Lunedì la Sinomine Resource Group ha annunciato una interruzione di una settimana delle operazioni a seguito di preoccupazioni amministrative non specificate sollevate dalle autorità. Lo scorso anno Sinomine ha rilevato Bikita Minerals, all’epoca l’unica miniera produttrice di litio dello Zimbabwe e una delle più antiche dell’Africa, chiudendo un affare da 180 milioni di dollari. In una nota, Bikita Minerals afferma: “Questo avviso serve a informare i nostri stakeholder e partner che abbiamo sospeso le nostre operazioni per 7 giorni per far fronte alle preoccupazioni amministrative sollevate dalle autorità nel nostro stabilimento”. La società non ha rivelato la natura di tali preoccupazioni, ma dichiara di lavorare a stretto contatto con tutte le autorità competenti per garantire una risoluzione, “in qualità di azienda rispettosa della legge”. Il Ministero delle miniere dello Zimbabwe non ha ancora rilasciato dichiarazioni nel merito.
La notizia non è di certo di scarsa importanza. Lo Zimbabwe è infatti tra i maggiori produttori di litio al mondo e le sue miniere sono finite nel mirino di Pechino che dalla fine dello scorso anno ha ottenuto molti contratti di sfruttamento delle risorse di litio del paese africano. Più precisamente, lo Zimbabwe è ricco di una particolare roccia di litio chiamata “concentrato di spodumene”, fondamentale per la produzione delle batterie dei veicoli elettrici. La Cina lo scorso anno si è assicurata tramite aziende private – come Suzhou TA&A Ultra Clean Technology Co. – il controllo e lo sfruttamento di una nuova miniera, previo investimento di 35 milioni di dollari per la fornitura di macchinari specifici per l’estrazione, la miniera di “Zulu” ancora sostanzialmente vergine; mentre lo scorso aprile la China Natural Resources, azienda controllata direttamente dal governo cinese, aveva rilevato le attività estrattive presso la miniera Williams, delle aziende cinesi Feishang Group e dalla società di ingegneria civile Top Pacific. La CNR avrebbe dovuto versare entro la fine di maggio una cambiale di 40 milioni di dollari da finanziare con l’emissione di bond societari presso la Borsa di Hong Kong come garanzia richiesta dal governo dello Zimbabwe.
Questo dimostra come la Cina sia ormai il principale produttore di litio – oltre che di altri minerali preziosi, come il cobalto estratto in Congo – fondamentali per la nuova economia green che gli speculatori occidentali pompano senza alcuna remora. Tuttavia, l’occidente finirà per dipendere profondamente dalla Cina che, nell’ambito delle accresciute tensioni con gli USA e l’Europa potrebbe decidere di sospendere le importazioni di litio ed altri minerali.
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