Il parlamento ucraino sta considerando l’introduzione di un disegno di legge che criminalizzi l’utilizzo online di account “fake” sui social media che pubblicano informazioni giudicate come “dannose” dalle autorità. La misura è l’ultima di una serie stringente di azioni di censura compiute dal paese; le stesse che entro i confini della Federazione Russa, invece, risulterebbero intollerabili per i detentori dei più basilari principi democratici. Il disegno di legge, introdotto questa settimana dalla Rada ucraina, prevede pesanti sanzioni e lunghe pene detentive in caso di trasgressioni.
La legislazione proposta fornisce una definizione molto ampia di account “fake” e dei parametri con cui le informazioni verrebbero considerate “dannose”. Il crimine, eventualmente, sarebbe quello di “creare, procurare, utilizzare o vendere account che contengono informazioni deliberatamente false sull’utente”, nonché l’utilizzo di tali account per diffondere informazioni “non verificate” secondo le autorità. Queste informazioni potrebbero in qualche modo minacciare la “sovranità, l’integrità territoriale e la sua inviolabilità, la capacità di difesa nazionale, statale, economica, o la sicurezza delle informazioni ucraine”. Stando al progetto di documento pubblicato sul sito della Rada, il nuovo disegno di legge proposto si occuperebbe solo dei casi in cui tali azioni non equivarrebbero ad “alto tradimento”. Il regime sanzionatorio relativo alle attività suddette prevede una multa fino a 1.300 dollari, o lavori pubblici forzati per un periodo massimo di due anni per la persona condannata ai sensi della nuova legge proposta. Non solo: se si venisse incriminati in “tempo di guerra,” l’imputato rischierebbe una pena detentiva che va dai cinque ai sette anni di carcere. Dal febbraio 2022, nel corso del conflitto con la Russia, il governo ucraino ha adottato misure repressive sempre più stringenti sui media più critici e sulle voci dell’opposizione, non soltanto in ambito digitale e non soltanto a livello nazionale. Già nel mese di dicembre il presidente Volodymyr Zelens’kyj aveva firmato una legge controversa che conferisce al governo ucraino più ampi poteri di controllo sui media, che troverebbe giustificazione nella lotta ai “problemi sistemici per la democrazia”.
Dunque, il paradiso della libertà e dei diritti, così come ce lo hanno descritto nell’ultimo anno e mezzo, il paese per il quale bisogna sacrificarsi sull’altare della sovranità democratica e dei valori occidentali, dimostra ogni giorno di più di essere governato da un regime dittatoriale, sempre pronto a silenziare il dissenso interno con leggi liberticide e la messa al bando dei partiti di opposizione. Adesso la lotta si sposta contro le feic nius tanto amate da Mentana, Puente e sbufalatori di regime vari.
E visto che ogni giorno i media non fanno altro che ricordarci che condividiamo gli stessi valori con l’Ucraina, il rischio che la stessa legge venga approvata anche da noi non è così remoto.
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