Dopo l’incontro avvenuto a Pechino tra Iran ed Arabia Saudita, frutto della mediazione cinese, il regno saudita continua a marciare verso una risoluzione di alcuni conflitti, fra cui il sanguinosissimo conflitto in Yemen che da 8 anni vede scontrarsi gli Houthi sciiti sostenuti dall’Iran e il governo riconosciuto a livello internazionale e sostenuto da una coalizione guidata dall’Arabia Saudita.
Dopo un accordo di cessate il fuoco raggiunto lo scorso anno e scaduto ad ottobre scorso, si è tenuto ieri un colloquio a Saana, la capitale yemenita controllata dai ribelli Houthi, tra l’ambasciatore saudita Mohammed Al-Jaber ed il leader degli Houthi con la mediazione dell’Oman. “Continuando gli sforzi del Regno per porre fine alla crisi yemenita e a sostegno dell’iniziativa saudita del 2021 per raggiungere una soluzione politica globale nello Yemen” ha twittato Al-Jaber “visito Sanaa insieme a una delegazione del fraterno sultanato dell’Oman per stabilizzare la tregua e il cessate il fuoco”. Una dichiarazione che ha avuto un seguito con il comunicato ufficiale rilasciato al termine dell’incontro dove si legge che “dal 2011, questi sforzi fraterni hanno continuato a realizzare le aspirazioni del popolo fraterno dello Yemen per ripristinare la sicurezza, la stabilità e la prosperità economica”.
L’incontro è stato seguito con particolare interesse in tutto il mondo, a cominciare dalle Nazioni Unite che da anni tentano di arrivare ad una tregua duratura che possa permettere la fine del conflitto che la stessa Onu ha definito come “il più sanguinoso dell’ultimo secolo”. Dall’Onu arriva riconoscenza anche verso l’Oman che negli anni ha coadiuvato gli sforzi dell’inviato speciale delle Nazioni Unite Hans Grundberg che non ha mai “smesso di cercare delle soluzioni al conflitto per estendere ed espandere l’accordo di tregua raggiunto dalle parti”, come ha affermato il portavoce dell’Onu Stéphane Dujarric. Anche il governo yemenita – quello sostenuto dall’Arabia Saudita – ha espresso grande soddisfazione per l’incontro che, secondo le parole del suo ministro degli esteri, porrà fine al conflitto permettendo al paese di essere ricostruito e di prosperare nuovamente in pace.
Sembra dunque che la tabella di marcia che porterà alla pace in Yemen stia accelerando repentinamente anche grazie all’accordo diplomatico raggiunto da Iran e Arabia Saudita. La guerra in Yemen cominciata nel 2011, rientrava nella strategia americana di destabilizzare i paesi del Medio Oriente vicini all’Iran e nemici dell’imperialismo yankee; una strategia, quella americana, che faceva leva sulle secolari divisioni fondate su rivalità etniche – arabi contro persiani – o su divisioni religiose – sunniti contro sciiti – che puntava alla destabilizzazione perenne della regione. E gli accordi delle ultime settimane, fra Arabia Saudita e Iran, potrebbero porre fine ai disastri in Siria e Yemen. E la morsa statunitense nella regione mediorientale continua dunque ad allentarsi con i sauditi in prima linea in questa fuga dalle grinfie di Washington.
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