Il Senato degli Stati Uniti ha recentemente dato una dimostrazione di rara unità, 80 a 15, approvando una legge che obbliga i lavoratori delle ferrovie ad accettare l’offerta contrattuale dei loro datori di lavoro senza diritto di sciopero. Non c’è stata la stessa unità per approvare un emendamento introdotto dal senatore Bernie Sanders, che avrebbe dato ai lavoratori ferroviari sette giorni di congedo retribuito per malattia.
Il presidente Joe Biden ha spiegato che l’intervento del Congresso per evitare lo sciopero delle ferrovie avrebbe contribuito a evitare “conseguenze economiche devastanti per i lavoratori, le famiglie e le comunità di tutto il Paese”.
Invece di usare il suo potere per costringere le compagnie ferroviarie private a concedere il congedo di malattia retribuito ai lavoratori delle ferrovie, il Congresso ha usato le sue leve per schierarsi con le forze aziendali piuttosto che con i lavoratori. Ha scelto di privilegiare i profitti rispetto alle esigenze dei lavoratori.
Il costo del congedo di malattia, di cui gli operai ferroviari sono sprovvisti, costerebbe all’industria ferroviaria solo 321 milioni di dollari all’anno, meno del 2% dei 25,5 miliardi di dollari che le compagnie ferroviarie si sono spartite quest’anno tra azioni e dividendi.
In soccorso delle compagnie ferroviarie private, il Congresso e il Presidente si sono inseriti nelle trattative contrattuali e hanno svenduto più di 100.000 lavoratori.
Non male per un presidente che, appena nel settembre 2021, aveva dichiarato di voler “essere il presidente più favorevole ai sindacati e guidare l’amministrazione più favorevole ai sindacati della storia americana”.
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