Non possiamo ancora affermare con certezza a che quota salirà il numero delle morti provocate dal devastante terremoto che ha colpito la Turchia e la Siria, ma le dichiarazioni che arrivano da più parti della comunità internazionale rendono già evidente il principio doppiopesista di cui si avvarranno i paesi occidentali nell’elargire gli aiuti umanitari di cui le popolazioni necessitano, siano esse di serie A o di serie B per gli standard morali di questa parte di mondo.
Diversi paesi si sono mossi in soccorso alla Turchia, mentre per la Siria qualcuno – neanche tutti – ha pensato che un messaggio di condoglianze potesse bastare, nonostante l’appello lanciato dal Paese per la richiesta di aiuti internazionali.
Di fronte all’appello, gli uomini della UE fanno gli “gnorri”. Borrell, Lenarcic e Ujvari si dicono pronti a fornire aiuti indiscriminati e incondizionati, ma in attesa di valutare “se sia necessario” e di ricevere una “richiesta ufficiale” di assistenza.
Nel frattempo Joe Biden, che si dice dispiaciuto per entrambi i paesi colpiti, ha predisposto delle squadre di soccorso in favore della popolazione turca e un incontro tra i funzionari statunitensi e i loro omologhi turchi, mentre per la Siria accenna probabilmente alle ONG sostenute dagli Usa, attive in aree non interessate dal controllo dello Stato siriano. Questo, di fatto, potrebbe escludere il resto del paese dagli aiuti americani.
Viene deliberatamente omesso dalle dichiarazioni umanitarie di NATO, Germania, Grecia, Polonia, Inghilterra, Italia e così via un paese già ridotto in poltiglia dagli effetti di una guerra per procura che ha segnato l’ultimo decennio, oltre che dalle gravissime sanzioni inaspritesi con il Caesar Syria Civilian Protection Act di Trump, con l’UE che non resta a guardare e nel 2022 calca la mano.
Libano, Algeria, Cina, Iran, Russia, Cuba, India ed Emirati Arabi hanno invece risposto positivamente alla richiesta di aiuti umanitari da parte del governo siriano.
Intanto, alcune associazioni hanno avviato delle campagne di donazioni che hanno già incontrato una serie di impedimenti: ad esempio, se si inserisce la causale “Siria”, Paypal blocca i pagamenti.
Insomma, la destinazione degli aiuti internazionali ai terremotati è già oggetto di scelte geopolitiche, motivate dalla collocazione politica dei soggetti interessati.
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