Insieme Liberi è uno dei più combattivi partiti della cosiddetta area “No-Green Pass” che negli ultimi due anni hanno fatto sentire la loro voce dissidente rispetto alle tematiche del vaccino, ma anche rispetto ad altre problematiche sociale ed economiche del nostro tempo
Di loro vi avevamo già raccontato e oggi, ufficializzata la loro presenza alle elezioni regionali che si terranno in Friuli Venezia-Giulia, abbiamo raggiunto Ugo Rossi, uno dei promotori di Insieme Liberi, per commentare questo straordinario risultato.
Insieme liberi è l’unico partito dell’area che dopo la debacle delle liste anti-sistema è sopravvissuto ed è riuscito a presentarsi alle regionali in Friuli Venezia Giulia. Cosa ha reso il vostro partito forte abbastanza da continuare la lotta?
Insieme liberi è l’unico partito alternativo al sistema che è riuscito a depositare le firme. L’altra lista di Zhok, Toscano e Rizzo non ha raggiunto quest’obiettivo, noi invece abbiamo depositato oltre 5000 firme raccolte in tutte le circoscrizioni della regione. Il nostro successo è dato dalla capacità che abbiamo avuto di unire i vari gruppi attivi sul nostro territorio, un fronte alternativo composto da diverse realtà quali Italexit, 3V, Ancora Italia, Popolo della famiglia, associazioni varie, movimento No Green pass e comitati per la salute che negli ultimi due anni hanno dato battaglia.
La differenza con gli altri sta nel fatto che siamo stati uniti “dal basso”, con un tessuto sociale reale, mentre per l’altra lista si è trattato di un tentativo dall’alto, rivelatosi fallimentare, di imporre il proprio simbolo al territorio.
Noi abbiamo messo davanti le idee, i programmi; quello che ci unisce.
Qual è il punto del vostro programma elettorale che vi contraddistingue rispetto al resto della politica?
È difficile stabilire un punto preciso. Noi ci poniamo per una politica diversa, libera da conflitti d’interesse, alternativa al sistema di potere che ci governa; un sistema completamente asservito alle dinamiche che ben conosciamo, come quelle interne all’OMS, alle banche, alla sanità.
Rispetto a problemi più ampi, insieme a quelli che inquinano la politica locale, il nostro è un approccio alternativo perché libero da legami con le lobby di potere.
Essere anti-sistema e poi “giocare” alle regole del “Sistema”, cioè partecipare alle elezioni, non è controproducente? Come pensate di convincere quella metà della popolazione che ormai ha perso fiducia nelle istituzioni – ed ha ragione – a tornare alle urne per votarvi?
No, non reputo sia controproducente. Il sistema è quel potere massonico-finanziario che si è radicato ovunque come una piovra. Le istituzioni sono proprietà del popolo che deve riappropriarsene alzando la testa, lottando per i propri diritti e le proprie libertà. Per questo non possiamo lasciarle in mano a questo strapotere, e riprendersele diventa un passaggio fondamentale se non vogliamo che i soliti governino e consegnino alle proprie lobby di potere il bene comune.
Il fronte è unito e compatto. C’è un 60% di persone che potrebbero astenersi, se anche solo la metà di questi andasse a votare potremo vincere le elezioni.
Il Friuli-Venezia Giulia deve recepire questo messaggio e diventare il punto di partenza per un cambiamento epocale per tutto il Paese.
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