In pochissimo tempo più di 25.000 ucraini hanno apposto la propria firma per sottoscrivere una petizione che contesta quanto stabilito dalla nuova legge sulla disciplina dell’esercito.
Questa legge punisce i militari che lasciano volontariamente un’unità militare, che disertano o abbandonano il campo di battaglia, ma anche i disobbedienti e coloro i quali non abbiano alcuna intenzione di imbracciare le armi.
Inoltre, la normativa impedisce ai giudici di applicare eventuali attenuanti; quindi, non c’è scusante che tenga di fronte alle nuove pene.
Questi gli articoli per i quali viene inasprita la pena:
Art. 402: “Disobbedienza, ovvero rifiuto aperto di conformarsi all’ordine di un superiore, nonché altra deliberata inosservanza di un ordine” – da 3 a 10 anni di reclusione;
Art. 403: “Mancata esecuzione di un ordine” – da 3 a 7 anni;
Art. 405: “Minaccia o violenza contro il superiore” – da 5 a 10 anni;
Art. 407: “Lasciare involontariamente un’unità militare o un luogo di servizio” – da 5 a 10 anni;
Art. 408: “Diserzione” – da 5 a 12 anni;
Art. 429: “Lasciare involontariamente il campo di battaglia o rifiutarsi di agire con le armi” – da 5 a 10.
Soldati, avvocati e attivisti si schierano contro questa modifica del codice penale ucraino, ritenendo che non si possa non tener conto dei fattori di discrezionalità nell’infliggere pene così tanto inasprite, che mettono a repentaglio la tutela dei diritti umani in generale e di quelli del personale militare nel particolare, quindi col rischio che si vada ad inficiare il loro operato in termini motivazionali e di conseguenza la capacità dello Stato ucraino di difendersi all’interno del conflitto.
Zelensky risponde, sostanzialmente, che è una questione di necessità: per vincere, c’è bisogno che la disciplina militare venga pedissequamente osservata. I comandandi al seguito gli danno manforte.
In realtà la dichiarazione serve a nascondere una amarissima verità: Kiev è a corto di uomini e si stanno arruolando forzatamente uomini di età superiore ai 65 anni e ragazzi dai 14 anni in su, come testimoniato da numerosi video apparsi sul web in cui soldati del SBU portano via dalle proprie case ragazzi e anziani che si rifiutano di combattere.
Ennesima prova del fatto che l’Ucraina è ormai al collasso e che la guerra è persa per Kiev e per i suoi alleati/padroni.
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