L’Iran ha convocato l’ambasciatore italiano, Giuseppe Perrone, per protestare contro le ingerenze italiane alle politiche interne della Repubblica Islamica , ha dichiarato giovedì il ministero degli Esteri, un giorno dopo che Tajani aveva convocato l’ambasciatore Mohammad Reza Sabouri, per manifestare “l’indignazione e la preoccupazione dell’Italia per quello che sta accadendo nel Paese”.
La repubblica islamica è stata attanagliata dalle proteste dopo la morte in carcere, il 16 settembre, di Mahsa Amini, una curda iraniana di 22 anni, arrestata a Teheran per una presunta violazione del rigido codice di abbigliamento femminile. “Approcci selettivi e con due pesi e due misure in materia di diritti umani sono del tutto inaccettabili dalla Repubblica islamica dell’Iran”, ha aggiunto Tehran. In oltre 100 giorni di proteste nel Paese, l’Iran ha richiamato oltre una dozzina di ambasciatori di Paesi occidentali, tra cui Gran Bretagna, Francia e Germania. Le autorità iraniane accusano le potenze straniere ostili, principalmente il suo arcinemico Stati Uniti ma anche alcuni Paesi europei, di fomentare ad arte le “rivolte”.
Anche a Teheran si sente nell’aria il profumo dei biscotti.
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