L’incontro tra il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol ed il suo omologo giapponese Fumio Kishida testimonia il disgelo in corso nelle relazioni storicamente complesse tra i due paesi.
Non accadeva da ben 12 anni che i leader di Corea del Sud e Giappone si riunissero in un summit di alto livello. Yoon Suk Yeol, entrato in carica lo scorso anno, è recentemente atterrato a Tokyo per un vertice di due giorni con l’intenzione di migliorare i rapporti col Giappone e dare forza alla cooperazione militare con gli Stati Uniti. L’incontro è storico tanto quanto la disputa tra i due paesi. L’amministrazione di Yeol è impegnata della risoluzione della controversa discussione sui risarcimenti da destinare ai cittadini coreani sottoposti a violenze e lavori forzati da parte delle aziende giapponesi durante il dominio coloniale di Tokyo, fino alla Seconda guerra mondiale.
La visita di Yeol a Tokyo arriva proprio poco dopo il raggiungimento di un accordo sulla questione, che ha ostacolato a lungo il disgelo diplomatico tra le due nazioni. Sebbene i governi precedenti avessero tentato di caricare Tokyo del risarcimento alle vittime, la direzione di Yoon Suk Yeol ha stabilito un piano che vedrà le aziende sudcoreane impegnate nelle donazioni a una fondazione pubblica affiliata al ministero dell’Interno. Questo ha scatenato l’ira dell’opposizione e dei cittadini sudcoreani, che vedono nel mancato coinvolgimento delle imprese giapponesi una deresponsabilizzazione di Tokyo, cui però è stata concessa la possibilità di concorrere ai finanziamenti con “contributi volontari”.
Un altro dato importante è l’annuncio del Giappone sulla rimozione dei controlli sulle esportazioni di sostanze chimiche necessarie per la produzione di semiconduttori e display, imposti contro la Corea del Sud nel 2019.
Il leader sudcoreano ha detto che la decisione è “mirata a muovere in avanti una relazione orientata al futuro tra la Corea del Sud e il Giappone”, e che l’intenzione è anche quella di migliorare i rapporti bilaterali per contrastare la minaccia del programma nucleare della Corea del Nord, anche attraverso la cooperazione trilaterale con gli USA.
Come era naturale che fosse, questo tentativo di normalizzazione delle relazioni diplomatiche ha ricevuto la festosa benedizione degli Stati Uniti. L’amministrazione di Biden non ha esitato nel tessere le lodi al riavvicinamento tra due dei più fedeli alleati di Washington, che tenta disperatamente di avvicinare i suoi partner per fronteggiare l’ascesa della Cina. La strategia di Washington è chiara: fare pressioni sulla Cina attraverso Taiwan ma anche con la Corea del Sud e il Giappone, tra esercitazioni militari congiunte e la proposta di allargamento del Quad, la Nato del Pacifico.
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