Nella notte fra sabato e domenica 21 maggio, 6 guardie di frontiera iraniane sono rimaste vittime di un attacco da parte di un gruppo armato sconosciuto che ha tentato di oltrepassare il confine fra il Pakistan e l’Iran come riferito dalla tv di stato iraniana. Nello scontro a fuoco, sei gurdie iraniane sono rimaste uccise e due severamente ferite. Nessun al momento ha rivendicato l’attacco e, secondo il rapporto del ministero della difesa iraniano, il gruppo sarebbe fuggito all’interno del territorio pakistano e avrebbe riportato anche delle vittime il cui numero, però, non è stato specificato. Gli scontri sono avvenuti sono avvenuti nella città di Saravan, nella provincia sud-orientale del Sistan e Baluchistan, a circa 1.360 chilometri a sud-est della capitale Teheran.
Questi scontri non sono i primi nella regione. Nell’ultimo anno sono stati diversi i conflitti a fuoco fra le guardie di confine iraniane e i gruppi terroristici o i trafficanti di droga. Tuttavia, l’ultimo potrebbe avere anche un risvolto geopolitico importante poiché Iran e Pakistan hanno rafforzato i loro legami, sia diplomatici sia economici ed energetici. Giusto giovedì scorso, i massimi esponenti di Pakistan e Iran hanno inaugurato il primo mercato di confine tra i due paesi. Situato nel remoto villaggio di Pashin, nella provincia sud-occidentale del Baluchistan, il mercato è il primo di sei ad essere costruito lungo il confine tra Pakistan e Iran in base a un accordo del 2012 firmato dalle due parti. Ma non solo: il presidente iraniano Raisi e la sua controparte pakistana, Shahbaz Sharif, avevano raggiunto un accordo per la fornitura di energia elettrica dalle centrali iraniane ai villagi di confine del Pakistan, troppo lontani dalle centrali pakistane.
Saremo complottisti, ma tra i problemi interni del Pakistan e il forte avvicinamento dell’Iran con la Cina, probabilmente qualcuno – magari dalle parti di Washington – vuole accendere una miccia per far esplodere la bomba nella regione.
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