Nella giornata di martedì, in Gran Bretagna si è dato il via a uno sciopero di quattro giorni che ha mosso decine di migliaia di medici tirocinanti impiegati nel Sistema Sanitario Nazionale finanziato dallo Stato (NHS), l’ennesimo sciopero nel paese che vede ogni settimana coinvolte diverse categorie di lavoratori e che segue quello degli infermieri di qualche settimana fa.
Il giorno prima dell’evento si annunciava già la “catastrofe” imminente che avrebbe procurato un rischio per i pazienti e decine di migliaia di possibili rinvii di appuntamenti. Questo sciopero si unisce al coro di molti altri lavoratori del settore pubblico che sospendono le proprie attività per chiedere al governo aumenti salariali necessari a fronteggiare l’impennata del costo della vita. Già nel mese scorso uno sciopero dei medici lungo tre giorni ha paralizzato il sistema che ha cercato di recuperare un arretrato di appuntamenti che precede addirittura la pandemia.
Matthew Taylor, amministratore delegato della NHS Confederation, ha dichiarato a Sky News che “questi scioperi avranno un impatto catastrofico sulla capacità di recupero nel Sistema Sanitario Nazionale”. E continua: “Il servizio sanitario deve soddisfare elevati livelli di domanda e allo stesso tempo provvedere a quell’enorme arretrato. È una cosa difficile da fare nel migliore dei casi – è impossibile farlo quando gli scioperi continuano.”
Con il livello di inflazione che ha ormai superato il 10%, e i picchi nei costi del cibo e del riscaldamento, i salari sono calati in termini reali e i lavoratori fanno fatica a far fronte alle spese di sussistenza. La British Medical Association, il sindacato dei medici, ha chiesto un aumento dello stipendio del 35% per riportare il salario dei medici tirocinanti ai livelli del 2008, e ha dichiarato che i medici freschi di qualificazione guadagnano poco più di 14 sterline all’ora. Ma lo sciopero non è stato indetto soltanto per chiedere aumenti salariali, ma anche in segno di protesta contro il carico di lavoro disumano e le liste di attesa dei pazienti per i trattamenti sanitari infinite. Il segretario alla salute Steve Barclay ha definito “irrealistica” la richiesta dei medici e che gli scioperi sono stati pianificati per “causare il massimo disagio.” Il Dipartimento della sanità e dell’assistenza sociale preme affinché gli scioperi vengano interrotti prima che possano aver luogo i negoziati. Stephen Powis, direttore medico nazionale del NHS in Inghilterra, ha affermato che le cure di emergenza e l’assistenza in casi urgenti e critici avrebbero avuto la priorità durante gli scioperi, che ha definito “i più dirompenti nella storia del servizio sanitario”.
La sanità britannica è largamente sottodimensionata e sottofinanziata – esattamente come in Italia – nonostante la propaganda Covid ci abbia indotto a credere che i governi fossero pronti ad investire miliardi su miliardi nel sistema sanitario; miliardi che però sono finiti nelle tasche di Big Pharma per l’acquisto di quei veleni chiamati vaccini.
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