Carlo Fuortes si salva in calcio d’angolo e resta amministratore delegato della Rai, ma la giornata di ieri ha reso ben leggibile l’avviso di sfratto recapitatogli dal Cda.
È certo che la maggioranza voglia un manager più vicino alle proprie istanze e disfarsi dei retaggi del governo Draghi, ma per rifare il look alla Tv di Stato procrastina almeno fino alle prossime amministrative.
Contrariamente a quanto si potesse pronosticare, nella seduta consiliare di ieri i consiglieri Simona Agnes (Forza Italia) e Igor De Biasio (Lega) non hanno partecipato al voto. Tolti i due membri ai sette totali del Cda, tre i voti in favore del budget di previsione per il 2023: l’ad medesimo, la presidente Rai e la consigliera Francesca Bria (Pd). Con l’astensione del rappresentante dei dipendenti Rai Riccardo Laganà, ne consegue che l’unico voto contrario è stato quello di Alessandro Majo (M5s).
Comunque, per la Rai tre voti su sette è maggioranza. Dunque, il budget è stato approvato.
In sostanza, a sostenere l’attuale amministratore delegato è rimasto solo il centro-sinistra. I vertici delle forze di maggioranza hanno valutato che non fosse il momento opportuno per occuparsi della Rai, magari anche per evitare che si gridasse alla lottizzazione della Tv di Stato in piena campagna elettorale.
Ad ogni modo Fuortes è atteso al varco, e quanto resisterà ancora prima di giungervi potrebbe già stabilirlo il post Sanremo – giusto il tempo di goderci in serenità la spettacolarizzazione della guerra e la propaganda bellicista di Zelensky, ché quello per fortuna mette d’accordo un po’ tutti (meno gli italiani).
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