Lunedì sono scoppiati violenti scontri a Salonicco, città del nord della Grecia, tra oltre mille manifestanti di etnia rom, armati di sassi e bottiglie molotov, e la polizia in assetto antisommossa che ha risposto con gas lacrimogeni e granate stordenti.
Motivo della protesta è stato il ferimento del 16enne rom Kostas Fragoulis, da parte di un agente di Polizia in motocicletta, dopo un rocambolesco inseguimento.
Il giovane, reo di non aver pagato un rifornimento di gasolio di venti euro, è attualmente ricoverato all’ospedale Hippocrates di Salonicco in condizioni critiche, con una ferita da proiettile alla testa.
Nel 2021 un altro giovane rom è stato ucciso vicino al porto del Pireo, sempre durante un inseguimento della polizia, dando vita, anche in quel caso, a violenti scontri tra la comunità rom e le forze dell’ordine.
La questione dei Rom in Grecia, che rappresentano il 2,47% della popolazione totale, rimane tuttora controversa, a causa soprattutto della convinzione popolare che li vuole colpevoli dei più disparati reati, come furti, rapine e traffico di droga.
Questo stigma deriva anche da un vero e proprio razzismo in divisa, che discrimina ed isola questa etnia, costringendola a vivere di sotterfugi e di criminalità.
Dieci anni dopo la crisi, a cui è seguita la depredazione selvaggia degli speculatori globalisti, i Rom in Grecia devono ancora affrontare la povertà estrema.
Un recente e sconcertante rapporto ha mostrato che, mentre circa il venti per cento della popolazione greca in generale è a rischio di povertà, lo stesso vale per quasi il cento per cento dei Rom greci.
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