Nonostante il governo indiano volesse porre al centro del dibattito del G20 il cambiamento climatico e la lotta alla povertà, la guerra in Ucraina è inevitabilmente divenuta l’argomento più discusso dalla stampa e dai partecipanti al meeting di New Dehli. A fare più rumore sono state le dichiarazioni di Cina e Russia sull’atteggiamento diplomatico dell’occidente.
A termine di un incontro bilaterale fra i ministri degli esteri russo e cinese, Sergei Lavrov e Quin Gang, entrambe le delegazioni hanno rilasciato una dichiarazione congiunta dai toni aspri rivolta contro l’occidente. “È stato espresso un rifiuto unanime dei tentativi di interferire negli affari interni di altri paesi, di imporre approcci unilaterali attraverso ricatti e minacce e di opporsi alla democratizzazione delle relazioni internazionali”, come riportato dalle parole del ministro degli esteri russo, Sergei Lavrov. Queste parole di fuoco, sono un esplicito j’accuse di Russia e Cina contro l’atteggiamento dell’occidente nei confronti di tutti coloro che non seguono gli ordini provenienti da Washington; oppure le minacce americane di “gravi conseguenze” contro Cina se questa dovesse fornire supporto militare alla Russia.
Ma questo non sembra essere stato l’unico incontro bilaterale di Lavrov. Secondo quanto riportato da France 24, il ministro degli esteri russo avrebbe avuto un breve incontro con Anthony Blinken, il Segretario di Stato americano. I due avrebbero parlato brevemente e, secondo quanto riportato da un funzionario americano, Blinken avrebbe detto a Lavrov che gli USA non rinunceranno “ a difendere e sostenere l’alleato ucraino” e i russi dovranno capire che mai la loro lealtà vacillerà.
Il G20 è stato infine teatro di una spaccatura fra i partecipanti; infatti sulla dichiarazione congiunta finale, Cina e Russia si sono mostrate contrarie proprio dinanzi agli atteggiamenti dei paesi occidentali e Lavrov si sarebbe scusato con i colleghi presenti “per l’atteggiamento occidentale che ha reso questo incontro una farsa”, riferendosi alle continue minacce americane nei confronti dei paesi partecipanti, di non supportare la Russia né soprattutto aggirare le sanzioni, pena “conseguenze gravissime”.
Lungi dal voler apparire partigiani dell’una o dell’altra parte, va ammesso che le dichiarazioni congiunte russo-cinese hanno tolto l’ennesimo velo di ipocrisia di una potenza, quella americana, che fa della democrazia e della libertà, del rispetto della sovranità altrui, mero esercizio retorico funzionale alle proprie guerre di conquista; ma è stato tolto anche il velo che copriva l’inutilità e la natura autoreferenziale del G20 (e di altri organismi internazionali), diventato ancora una volta teatro della spacconeria tardo-coloniale di USA e soci.
Il mondo sta cambiando.
EQ
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