Alcuni giorni fa, ospite del canale Rumble della blogger statunitense Kim Iversen, Robert Kennedy jr. è tornato a parlare di guerra in Ucraina e degli interessi economici del complesso militare-industriale americano.
“Gli USA” esordisce l’ultimo erede della casata Kennedy “dovrebbero imparare a tacere invece che dare lezioni di pace e democrazia al mondo intero. Abbiamo invaso e distrutto l’Iraq sulla base di un pretesto falso per finanziare impunemente il complesso militare-industriale.” Inoltre Kennedy jr non fa mistero della sua convinzione che la pandemia sia stata una operazione militare ideata dal Pentagono con la complicità delle centinaia di imprese del complesso militare-industriale. “Questo è un Paese che ha bisogno di fare una guerra ogni cinque anni per ingrossare i bilanci dell’industria bellica. Ma non avendo un nemico debole come l’Iraq da invadere, è venuta fuori questa pandemia che ha visto coinvolte, nella strategia di prevenzione e controllo, non solo le case farmaceutiche, ma anche centinaia di imprese belliche che hanno interessi nella ricerca farmaceutica applicata al settore militare.” La pandemia, dunque secondo Kennedy jr. avrebbe avuto per il complesso militare-industriale lo stesso fine, e dunque lo stesso effetto benefico di una guerra, almeno in termini finanziari.
Ma a quanto pare questo non è bastato agli avidi appaltatori militari e, con l’ascesa dei democratici alla Casa Bianca, si è tornati al vecchio schema delle “proxy war” contro la Russia.
“La guerra in Ucraina è un’altra di quelle guerre che servono a finanziare sempre la lobby della guerra” tant’è vero che i cento miliardi promessi all’Ucraina come sostegno allo sforzo bellico, in realtà non sono mai usciti dai confini americani perché sono transitati direttamente nelle tasche degli appaltatori del Pentagono. Inoltre, continua Kennedy, il governo aveva promesso di “stampare” questo denaro per non gravare sulle famiglie americane; “in realtà questi miliardi provengono dalle tasse dei contribuenti, dalle tasche di ciascuno di noi. Sono soldi che potrebbero essere usati per finanziare una migliore istruzione pubblica o per garantire l’accesso alle cure mediche a chi non le ha. Ma al Pentagono preferiscono evidentemente arricchire qualche amico appaltatore. Non mandiamo aiuti per salvare la democrazia ma, anzi, dopo l’operazione pandemica, questa guerra in Ucraina contro la Russia è l’ennesimo attacco alla democrazia e alla Costituzione degli Stati Uniti”.
Ancora una volta, il nipote di JFK e figlio di Bobby Kennedy non perde occasione per mostrare tutta la sua contrarietà verso le politiche economiche e le scelte di geopolitica delle varie amministrazioni che si sono susseguite alla Casa Bianca. L’élite americana è quindi anch’essa spaccata al suo interno. Un altro segno della decadenza di un impero.
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