Paul Barrett, senior executive della banca Citigroup è stato licenziato lunedì scorso dopo che il suo passato come dirigente della JP Morgan Chase è divenuto di pubblico dominio. Quando era alla JP Morgan, Barrett ha intrattenuto una stretta relazione con Jeffrey Epstein, il finanziere accusato e condannato per abusi sessuali su donne e minori. Secondo alcune denunce, Epstein avrebbe pagato milioni di dollari in favore di alcuni banchieri della JP Morgan – tra i quali risulta anche lo stesso Barrett – per ringraziarli dei “servizi” offertigli, ovvero per la loro collaborazione nei suoi traffici sessuali, continuata anche dopo che lo sventurato Jeffrey aveva visto i propri conti venir chiusi dalla banca nel 2013.
I vertici della banca Citigroup, in un comunicato stampa, hanno dichiarato che “fino a poco tempo fa, questa banca non era a conoscenza dei rapporti intrattenuti da Barrett con Epstein” e ci tengono a precisare che “questi rapporti sono interrotti prima dell’assunzione di Barrett presso questa banca”. Nello scandalo Epstein non è la prima volta che emergono accuse e rapporti fra Epstein e banchieri legati alla JP Morgan. Nel 2021 alcune vittime denunciarono e chiesero il risarcimento dei danni alla JP Morgan e alla Deutsche Bank accusate di essere complici dei traffici di Epstein. E che queste accuse non siano infondate lo dimostra la causa mossa dalla stessa JP Morgan contro un suo stesso dirigente, Jes Staley, accusato di essere lui il vero trait d’union tra Epstein e la banca, poiché era proprio Staley a gestire i conti del magnate. E proprio in virtù di questi rapporti fra Epstein e uomini chiave di JP Morgan, il 18 aprile il giudice federale del distretto di Manhattan ha convocato il CEO della banca, Jamie Dimon per ascoltare una sua deposizione in merito ai rapporti intrattenuti dalla banca con Epstein. Al momento non ci sono ancora stati comunicati ufficiali circa le dichiarazioni rese da Dimon dinanzi al giudice.
Dunque, i rapporti fra Epstein e gli alti papaveri del sistema bancario americano erano ben consolidati e le prove a sostegno non mancano. Per questi motivi (e anche i rapporti con la nomenclatura dem), la sua morte ha fatto comodo a molti con i forti dubbi che ancora aleggiano sul suo suicidio come ha sempre sostenuto Ghislane Maxwell, ex compagna di Epstein condannata anch’essa per complicità coi crimini del magnate.
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