Il sindacato di base Usb ha indetto uno sciopero generale che interesserà l’intera giornata del 26 maggio che coinvolge tutti i settori, pubblici e privati.
Esentati dall’astensione dal lavoro i lavoratori delle zone dell’Emilia-Romagna colpite dall’alluvione, a causa della quale Usb ha revocato parzialmente lo sciopero disimpegnando il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco su tutto il territorio nazionale, gli enti pubblici e privati che garantiscono servizi essenziali su tutto il territorio regionale e le province maggiormente colpite. Eccezion fatta per le province di Piacenza, Bologna, Modena, Parma e Reggio Emilia, per le quali lo sciopero generale è confermato solo per le aziende del settore privato che non garantiscono servizi essenziali alla popolazione emiliana.
A fronte di un costante peggioramento della situazione lavorativa, e di un progressivo furto del salario che viaggia parallelamente alle condizioni di precarietà, flessibilità, aumento della produttività, un potere d’acquisto ridotto al lumicino e tutto ciò che contribuisce alla catastrofica condizione sociale in cui versa il Paese, la protesta indetta da Usb presenta come rivendicazioni un salario minimo, degli stipendi che facciano realmente fronte all’inflazione galoppante, 300 euro netti immediati in busta paga, la stabilizzazione dei precari, 1000 euro al mese per le pensioni minime e una riduzione dell’orario lavorativo a parità di salario.
Su questo sciopero, Usb dichiara che “rappresenta un passaggio importante per la ripresa delle rivendicazioni dei lavoratori e delle lavoratrici in Italia dentro un’economia di guerra, sia quella in Ucraina sia quella scatenata dal governo Meloni contro le fasce più povere e deboli”. Il settore che vedrà una maggiore partecipazione è quello dei trasporti, con centinaia di treni, autobus e voli cancellati.
Finalmente anche in Italia sembra muoversi qualcosa sul fronte delle lotte sindacali, operaie e dei lavoratori di ogni settore e categoria. La guerra alla Russia, con sanzioni, inflazione, tassi di interesse tenuti artificialmente alti e prezzi dell’energia alle stelle, la stiamo pagando noi.
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