La famigerata compattezza europea per il sostegno militare e finanziario verso l’Ucraina continua a scricchiolare. Ieri si riuniva a Bruxelles il Consiglio europeo per l’approvazione dell’ottava tranche di aiuti economici provenienti dal fondo European Peace Facility. L’Ungheria, per la prima volta, ha posto il veto all’utilizzo del denaro proveniente dal fondo Epf. La notizia è stata riporta finora soltanto dall’Ansa che ha citato le parole di una “fonte ben informata”. Secondo la fonte, Orban avrebbe posto il veto chiedendo agli altri paesi membri garanzie sul fatto che “la natura globale del fondo Epf non venga meno nel prossimo futuro”. L’Epf, lo ricordiamo, è un fondo europeo che rimborsa al 50% gli stati membri che hanno donato materiale bellico all’Ucraina. Tuttavia, l’Epf nasce come fondo per finanziare quegli stati che sono usciti da una guerra per aiutarli nel loro percorso di stabilizzazione e rafforzamento del percorso di pace attraverso fondi per la ricostruzione di strade, ospedali, scuole etc. Ma da quando è iniziata l’operazione militare russa in Ucraina, l’Epf si è trasformato in fondo per l’acquisto di armi dai paesi UE da parte della stessa UE in favore dell’Ucraina, ovviamente occultata sotto le mentite spoglie del rimborso. E nonostante questo espediente, i singoli paesi membri, tra i quali l’Italia, sono a corto di munizioni, mentre i magazzini Nato ormai languono di munizioni e pezzi di ricambio mentre i miliardi fin qui spesi per l’Ucraina finiscono nelle tasche di oligarchi ucraini, di Zelensky e lobby delle armi.
Secondo alcune indiscrezioni emerse provenienti da altre fonti, Orban avrebbe posto il veto all’ottavo “assegno” in favore del riarmo dell’Ucraina a seguito dei leaks – pubblicati dal Washington Post – nei quali si leggerebbe di alcuni piani segreti di Zelensky per il sabotaggio dell’oleodotto Druzhba che fornisce il petrolio russo all’Ungheria; un tentativo – almeno in teoria – di vendetta da parte ucraina contro il premier ungherese che spesso si è mostrato, almeno a parole, non molto entusiasta del supporto senza limite fornito a Kiev.
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