Sul green pass e sulla volontà dell’Ue di riutilizzarlo per altre motivazioni, avevamo già parlato su queste colonne; a febbraio, infatti, da Bruxelles arrivava la notizia dell’introduzione di uno Spid unico per tutti i cittadini che vivono sotto(messi) al “paradiso” europeista, utilizzabile per i più sparuti servizi, dalla vaccinazione alla richiesta di atti ufficiali.
Oggi arriva una nuova conferma del progetto distopico europeo: sulle pagine del sito Eunews, Stefan De Keersmaecker, portavoce del commissario alla Salute, Stella Kyriakides fa sapere che la volontà di Bruxelles è quella di non rinnovare la direttiva sulla tessera verde, il lasciapassare vaccinale che ha escluso dalla società milioni di europei non sottoposti al vaccino. De Keersmaecker ovviamente elogia quello strumento come indispensabile per “garantire la libertà e la sicurezza degli spostamenti”, una motivazione che chiaramente ribalta la logica ed il nesso causa-effetto, sia perché la libertà di movimento è stata proprio soppressa con il green pass, sia perché il vaccino – con buona pace di Mario Draghi – non è mai stato garanzia di contatti interpersonali sicuri e privi di rischi di contagio. Tuttavia, spiega De Keersmaecker, il green pass ha creato una rete in cui più di 2 miliardi di persone in 78 stati sono praticamente interconnessi tra di loro, con i loro dati sanitari disponibili per la consultazione da parte delle autorità. Per questo motivo l’UE non ha intenzione di smantellare la blockchain che si è creata con la scusa della vaccinazione.
In pratica il disegno è semplice: eliminato il green pass – ma forse non per sempre – rimane quella catena di informazioni di ogni genere che consentiranno alle autorità olandesi di sapere se Pedro Hernandez da Madrid sia vaccinato, oppure abbia eseguito i protocolli sanitari prescritti per una determinata patologia; oppure consentire ad un cittadino austriaco di accedere tramite Spid europeo – collegato a questa blockchain – di chiedere di accedere ad un determinato servizio in Francia, previa valutazione dei requisiti già contenuti in questa “documentazione elettronica”. Come sempre, le buone intenzioni dei tecnocrati di Bruxelles sono ornamento di un disegno distopico: con questa mole di informazioni a disposizione, chi ci garantisce che milioni di cittadini possano essere letteralmente banditi da ogni attività sociale, con sospensione di diritti fondamentali, sulla base delle proprie convinzioni politiche, convinzioni magari reperite dai dati social che potrebbero benissimo essere collegabili e collegati a questo gigantesco database. Oppure sospendere un lavoratore dal servizio finché non compra un auto elettrica e vende la sua vecchia Panda a diesel, limitandogli l’accesso anche a strutture sanitarie oppure precludendo ai suoi figli di frequentare asili e scuole. In poche parole, il progetto è quello del controllo sociale, una nuova società in cui tutti saremo direttamente manovrati e manovrabili dai pochi signori al potere.
Per adesso sono soltanto complotti, ma si sa che i complottisti anticipano sempre le mosse del Leviatano.
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