Una “operazione smacchia tutto” del valore di almeno 80.000 euro: così Lucia Morselli, amministratore delegato di ArcelorMittal Italia S. p. A., ha deterso la sua faccia sulla rete pagando un’agenzia specializzata in questo tipo di manovre.
Stando alla ricostruzione della testata indipendente Irpimedia, la manager dell’acciaieria di Taranto si sarebbe affidata a Eliminalia, un’organizzazione fondata nel 2013 che vanta un migliaio di clienti da tutto il mondo e la rimozione di oltre 10.000 link, sotto il controllo di una holding con sede a Kiev, la Maidan Holding, che gestisce anche una fondazione, una banca, una società di analisi dei contenuti online, uno studio legale, una società d’investigazione privata e alcune cliniche per madri surrogate.
Il lavoro di Eliminalia consiste nel cancellare i contenuti online non graditi ai clienti che richiedono il servizio, richiedendo la rimozione degli articoli incriminati alle testate direttamente interessate o a Google, oppure costruendo fake news ad hoc con il fine di “sotterrare” i link indesiderati con articoli falsi che scalano le posizioni dei motori di ricerca spingendo i primi verso il basso.
In totale sono novantuno gli articoli online che la Morselli ha fatto oscurare per salvaguardare la propria immagine pubblica. Il denaro impiegato proviene dalle stesse casse di ArcelorMittal, nel medesimo periodo in cui c’era in ballo la trattativa col governo per l’ingresso dello Stato nel capitale dell’acciaieria tarantina. In quel tempo le aziende dell’indotto lamentavano il mancato saldo dei lavori commissionati, finché di recente il governo Meloni ha concesso all’azienda 680 milioni di euro per evitarle il fallimento.
Proprio queste criticità hanno portato Lucia Morselli, tra il 2020 e il 2021, a ordinare di rimuovere o deindicizzare dai motori di ricerca qualunque articolo riguardante il suo operato e la gestione dell’ex Ilva.
«Lucia Morselli denuncia», «Lucia Morselli pagando», «Lucia Morselli inchiesta»: queste ed altre sono le chiavi di ricerca coinvolte nell’operazione di rimozione che ha condotto verso l’oblio i lavori di testate nazionali e minori.
Secondo le ricostruzioni, il metodo di lavoro di Eliminalia partiva con delle mail dal tono minatorio destinate alle testate giornalistiche in questione, accennando a presunte violazioni del copyright o della normativa sul diritto all’oblio.
Numerosi sono i personaggi “facoltosi” che ricorrono all’agenzia per rifarsi la reputazione tra i motori di ricerca. Tra questi figura anche Pietro Amara, l’avvocato protagonista delle inchieste sul depistaggio Eni, sulle inchieste truccate dell’ex Ilva e sulla loggia Ungheria.
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