Lo scontro fra Cina e Taiwan investe anche l’OMS. Nella riunione del 21 maggio scorso presso Ginevra, la prima di una lunga sessione dell’assemblea dell’OMS che si terrà fino al 30 maggio, l’assemblea dell’Organizzazione mondiale della sanità ha respinto la richiesta di Taiwan di essere ammessa nel consesso sanitario internazionale. La richiesta è stata respinta anche su richiesta della Cina perché “Taiwan non è uno stato a sé. Esiste una sola Cina e siamo noi a rappresentare tutti i cinesi”. Taiwan, che godeva del sostegno di piccoli stati come le Isole Marshall, ha definito la sua esclusione come “un grave errore”. Inoltre, il ministro della salute cinese ha esortato gli altri paesi a non fingere “di essere confusi sulla questione” esortandoli a “non politicizzare la sanità interferendo negli affari interni cinesi” per controllare e ricattare la Cina.
“Il governo democratico di Taiwan” dice in una nota il ministero degli esteri isolano “è l’unico ad avere la sovranità di rappresentare 21 milioni di cittadini. Questa esclusione mette in pericolo la gestione della salute del nostro paese”. Taiwan, infatti, è ammessa a partecipare solo alle riunioni tecniche, non alle riunioni politiche dell’OMS e questo, secondo il governo di Taipei, metterebbe a rischio “gli sforzi fin qui fatti contro il Covid”.
E a proposito di Covid, nonostante l’OMS abbia dichiarato la fine dell’emergenza mondiale (bontà loro), arrivano sia da parte dell’organizzazione internazionale sia dalla stessa Cina segnali inquietanti: i cinesi, infatti, avrebbero avvertito l’OMS e gli altri stati del mondo che a giugno prevedono un nuovo picco di contagi – si parla di 60 milioni, almeno secondo le stime delle autorità sanitarie di Pechino – causati dalla nuova variante “superveloce” Xbb. A sostenerlo è Zhong Nanshan, massimo esperto sanitario cinese che ha anche confermato che la Cina sta lavorando a due nuovi vaccini (anche questi inutili e dannosi), fondamentali per fermare le nuove varianti. L’OMS, ovviamente, fa da sponda e avverte: “è finita l’emergenza globale causata dal covid, ma questo non significa che il covid non sia più una minaccia globale”. Una supercazzola che però mostra la verità: al di là degli aspetti burocratici, finita l’emergenza a livello normativo, quest’ultima è diventata la norma del sistema di potere e repressione.
A pensar male si fa peccato, ma è palese che la Cina e l’OMS si siano scambiati dei favori a vicenda.
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