Il governo Meloni ha una spiccata, quasi innata, avversione contro i poveri. Dopo aver deciso di abolire il Reddito di cittadinanza – perché per lor signori con 500 euro al mese si campa nei lussi più sfrenati – ed aver introdotto l’elemosina di stato chiamata Mia, continuano con le invettive contro i fannulloni del Reddito, rei di voler campare sulle spalle della società senza lavorare.
A guidare il nuovo attacco contro i lavoratori ci ha pensato Francesco Lollobrigida, ministro dell’agricoltura e cognato della premier Meloni. Intervenuto al Vinitaly di Verona, ha ancora una volta attaccato i percettori del reddito di cittadinanza perché “non è un modello di civiltà non andare a lavorare, stare sul divano e gravare sulle spalle altrui col reddito di cittadinanza”. Anzi, “andare a lavorare nei campi non è affatto svilente”, sempre secondo il ministro che evidentemente non conosce né la fatica del lavoro nei campi, né lo sfruttamento che impera nelle grandi proprietà agricole dei suoi amichetti, per meglio dire padroni, di Vinitaly. Per questo personaggio, sciatto e privo di carisma e soprattutto privo di una qualsivoglia competenza, lavorare nei campi 12 ore (quando va bene) per 30 euro al giorno non è svilente; e ha ragione, è proprio disumano. Come disumane sono le invettive contro i percettori del reddito di cittadinanza, dipinti come fannulloni e assurti ormai come le “piaghe d’Egitto” in salsa italiana, la fonte di ogni male. Questi “straccioni fannulloni” dovrebbero accettare paghe misere per farsi schiavizzare nei campi perché il reddito “non rappresenta la civiltà”; la civiltà è l’arricchimento di pochi, i soliti pochi, sulle spalle di molti: parassitismo spacciato per grande imprenditoria.
Ma siccome Lollobrigida è uno che non si accontenta, nel caso in cui gli schiavi nostrani non bastassero, è pronto a far entrare schiavi stranieri. “C’è la volontà di organizzare i flussi migratori seriamente” dice Lollobrigida “cercando di rapportarci con le nazioni di provenienza dei migranti, facendo informazione e permettendo l’integrazione. I nostri operatori hanno necessità quando manca la manodopera interna, di attingere a quella esterna”. Quindi schiavi a buon mercato. Ma non temano i razzisti nostrani, si tratta di “immigrazione legale. La vera nemica è quella clandestina”.
Ma a questo punto, perché non ci vai tu, caro Lollobrigida, a farti schiavizzare nei campi?
Vittorio dice
Buongiorno Signor Quarta,
è lei che scrive i discorsi di Elly Schleyn e di Debora Serracchiani ?
Grazie
Emanuele Quarta dice
Lei di preciso è uno degli sfruttatori o dei razzisti citati nell’articolo? Grazie