Ogni tanto in questo paese chiamato Italia ci sono delle fiammate di caccia alle streghe: novax, negazionisti climatici, percettori del reddito di cittadinanza e chi più ne ha più ne metta. La crociata è sempre guidata da questo o quel programma televisivo di “inchiesta” (spazzatura), spesso Le Iene o Striscia la Notizia.
Una delle categorie bersaglio preferito da Le Iene è senza ombra di dubbio quella dei tassisti. Sono anni che il programma del palinsesto Mediaset – e qui già dovremmo fermare l’articolo – conduce una campagna mediatica contro i furbetti del tassametro “de Roma”, i tassisti che spengono il tassametro quando a bordo hanno turisti stranieri, così da far pagare il doppio la corsa. Ma gli “uomini in nero”, grandi paladini delle crociate antitruffa (degli altri), ora hanno un nuovo obiettivo: sgamare i tassisti che non accettano il pos. Il metodo è lo stesso: prendere due/tre tassisti di Roma che non usano il pos con le più fantasiose scuse, ricamarci sopra per un’oretta, mandare un attore con telecamera nascosta estorcendo la confessione al tassista che, fidandosi del passeggero, dichiara che “non dichiaro quasi niente, solo 500 euro al mese, il resto me lo faccio pagare in contanti, non è tracciabile”. Apriti cielo! Ma come, lo stato impone il pos per evitare l’evasione – mica per incaprettarci alle banche e alle data chains così sanno pure quante volte andiamo al bagno in base all’acquisto di carta igienica pagata con il pos – e voi tassisti vi pigliate i soldi in nero! Eresia, dannazione! Tutti evasori, tutti criminali! “Occhio ai tassisti de Roma”, mi sento dire ogni volta che calco il suolo della capitale; peccato che ancora ne devo beccare uno che voglia fare il furbo. Anzi, le ultime volte che ho preso un taxi sono stato io a dire al solerte tassista “prendi il contante, che bruci il pos”! e gli ho pure dato di più così “ti vai a prendere un bel caffè”, alla faccia di chi ci vuole male. “Con la carta sono 45 euro, in contanti 40” avrebbe detto un tassista all’attore de Le Iene che si è finto turista. Indignazione a palate. “Ma magari!” dico io; che se dovesse capitarmi, gli direi “tieni giovane, sono 50 euro per avermi proposto di non usare il pos” e tanti saluti alla Meloni e accoliti.
Che poi pensandoci, Le Iene di Mediaset di Silvio Berlusconi – tra i più incriminati e criminali politici italiani, tra mafia, prostituzione minorile, adescamento di minore ed evasione fiscale – fanno la morale ai tassisti! Il mondo alla rovescia. Certo, sarà un caso se durante la trasmissione va in scena la pubblicità di Uber (finanziando dunque il programma), multinazionale che evade pure l’aria che respira, che ormai sta distruggendo il mercato dei taxi, con gente che si improvvisa taxista per 4 soldi – e annesso sfruttamento – che fa concorrenza slealissima ai tassisti. Uno si aspetta un servizio contro il ratto che divora tutto quello che c’è nella dispensa e invece si ritrova la caccia alle formiche – con tutto il rispetto per i tassiti – che alla fine rubano qualche granello di farina per la sopravvivenza.
Ma si sa, in Italia le crociate le facciamo sempre al contrario: a tutela di Golia, contro Davide. In nomine Sancta Mater Uber contro i Saladini del tassametro.
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