“Il Comando Orientale dell’Esercito Popolare di Liberazione (PLA) ha tenuto esercitazioni congiunte di pattugliamento e combattimento nelle acque e nelle zone aeree intorno all’isola di Taiwan domenica, concentrandosi su attacchi via terra e via mare, per contrastare la collusione tra forze esterne e secessionisti di Taiwan”. Con questo tweet, il Global Times, media statale cinese, ha commentato le esercitazioni, avviate a pochi giorni dalle dichiarazioni del consigliere per la sicurezza nazionale di Biden, Jake Sullivan, che ha detto che ci vorrà “un duro lavoro” per evitare un conflitto militare con la Cina su Taiwan. La visita a Taiwan del 2 agosto scorso dell’ex presidente della Camera Nancy Pelosi , nonostante gli avvertimenti della Cina che la consideravano un atto di aggressione, arrivando a far dichiarare al presidente cinese Xi Jinping, direttamente all’omologo statunitense Biden, che “chi gioca con il fuoco non potrà che bruciarsi”, ha infiammato gli animi e la Cina ha iniziato i giochi di guerra, lanciando una serie di missili sullo stretto di Taiwan che hanno fatto aumentare le tensioni nella regione e con gli Stati Uniti. Nell’ambito delle esercitazioni militari, la Cina ha lanciato 11 missili, ha schierato 68 aerei in volo e 49 velivoli cinesi sono penetrati nella “zona aerea” di Taiwan. La Cina ha anche espresso di recente preoccupazione per le disposizioni a favore di Taiwan contenute nell’enorme disegno di legge del governo Biden da 1.700 miliardi di dollari. L’ambiguità del presidente Biden che, da un lato afferma di rispettare le politiche di sovranità della Cina su Taiwan e, dall’altro, sostiene che gli Stati Uniti difenderebbero militarmente Taiwan in caso di invasione da parte della superpotenza asiatica, non sembra la tattica migliore per raffreddare gli animi. Vertici del Partito Comunista Cinese (PCC) hanno inoltre dichiarato che, se gli Stati Uniti non sospenderanno l’invio di armi all’esercito di Taiwan, sono pronti a rispondere con la forza.
Nulla di nuovo sotto il sole, un altro fronte, scaldato più o meno artatamente, dai soliti “democratici e pacifisti” americani.
Staremo a vedere
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