Con la sentenza del 7 Febbraio 2023, la Corte di giustizia dell’Unione Europea ha dichiarato definitivamente spalancato le porte dell’Europa agli OGM. La sentenza arriva dopo una lunga battaglia legale portata avanti dai contadini francesi riuniti nella “Conféderation paysanne” contro le direttive UE che avevano autorizzato la produzione e la commercializzazione di sementi OGM.
Con la sentenza la Corte Ue ha stabilito che “i derivati da tecniche mutagene di moltiplicazione in vitro di cellule vegetali o animali isolate (note come mutagenesi in vitro) devono essere esentati dall’applicazione della normativa sugli Ogm. Questo può avvenire ogni volta che i processi di mutazione del materiale genetico siano figli di tecniche/metodi di mutagenesi caratterizzate da applicazioni costanti e con una ‘lunga storia di sicurezza’”. Quindi il “genoma editing” non viola i principi dei trattati dell’UE. Questa pratica prevede, in poche parole, la modifica del genoma delle sementi, migliorandone le qualità ed eliminandone punti deboli, senza l’apporto di materiale genetico esterno; viene modificato solo il genoma originario, senza ibridazione.
Con questa motivazione, la Corte UE ha ceduto finalmente ai voleri delle multinazionali delle sementi (Bayer – Monsanto, Dupont, Singenta e Kraft-Heinze) e della commissione europea, consentendo così l’invasione di prodotti Ogm sulle nostre tavole e la distruzione della agricoltura tradizionale soprattutto in Italia. Ovviamente la “Conféderation paysanne” fa sapere che non si arrende ed è pronta a dare battaglia per fermare questa deriva pericolosa sia per la produzione nazionale, sia per la salute di tutti i consumatori.
Una sentenza, quella della Corte UE, che rafforza una pratica già ben conosciuta in Italia e che ha colpito la storica produzione del pomodoro San Marzano, famoso per il suo sapore e per le ottime qualità che lo resero ideale per i prodotti da conserva. Da vent’anni infatti, il pomodoro San Marzano non viene più coltivato con le sementi originarie ma con quelle modificate dalla Kraft-Heinze che, grazie all’appoggio dell’UE e del Governo italiano, ha letteralmente rubato le sementi agli agricoltori campani, modificandole secondo standard estetici (i pomodori devono essere tondi, rossi e dalla buccia spessa, a differenza del pomodoro originale che aveva una buccia sottile) e immettendole sul mercato. I contadini, con la colpevole complicità di UE e Governo che tutelano i profitti delle multinazionali, una volta utilizzate le sementi della Kraft-Heinze, hanno anche il divieto di estrarre dai pomodori coltivati le nuove sementi, vuoi perché dovranno continuare ad alimentare il business della multinazionale, vuoi perché la semente modificata (la cui sigla è Heinze F1-1301) è sostanzialmente sterile. Ma al fianco di queste problematiche produttive, il divieto di commercializzazione delle sementi originarie del San Marzano e la produzione di un pomodoro praticamente “finto”, genera anche un rischio per la salute di tutti noi. Infatti, la raccolta di questo pomodoro avviene sulla base di scadenze predeterminate dall’industria delle conserve, e per far sì che il pomodoro venga consegnato al punto giusto di maturazione, gli agronomi prescrivono degli “agrofarmaci” ai coltivatori per velocizzare o ritardare la maturazione in modo da far coincidere la raccolta dei pomodori con l’arrivo dei camion che li trasporteranno verso le fabbriche. Questi “agrofarmaci” contengono fitormoni, ormoni della crescita vegetale. Il più usato tra questi farmaci è “Etefon” che contiene anche etilene, un ormone vegetale che si ossida a contatto con l’aria e, se presente negli ortaggi che ingeriamo, è altamente cancerogeno, come dimostrato da alcuni studi fatti dai ricercatori dell’Istituto Ramazzini di Bologna.
La questione degli OGM dunque rappresenta un nuovo elemento di pericolosità per la nostra salute; il problema non sta nella tecnica di ibridazione, cioè se l’OGM contiene o meno un DNA esterno. Qualunque siano queste tecniche, gli OGM rappresentano un rischio sia economico, con l’agricoltura tradizionale spazzata via dalle lobby delle sementi chimiche; ma anche un pericoloso rischio per la nostra salute sacrificata in nome del profitto di pochi padroni.
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