Continua a salire la tensione in Asia. Dopo le recenti baruffe al confine Cina-India; i continui battibecchi a distanza fra Cina e Usa per la questione Taiwan, un altro fronte asiatico si surriscalda, il fronte coreano.
La Corea del Sud, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap, sarebbe pronta ad aderire al Quadrilateral Security Dialogue – Quad, la cosiddetta Nato dell’indo-pacifico composta da USA, Australia, India e Giappone, costituita in funzione anti-cinese. E proprio la Cina viene vista dal governo di Seul come “una minaccia crescente che ci tiene costantemente sottopressione”, come affermato da un alto funzionario governativo sudcoreano e ripreso da Yonhap. La stessa fonte ha poi dichiarato che “per adesso si tratterà di un approccio leggero, conoscitivo; un passaggio necessario per la nostra sicurezza minacciata da Pechino”.
Interrogato sulla questione, il portavoce del ministro degli esteri cinese, Wang Yi – che già in passato aveva espresso preoccupazione per lo sviluppo e la crescita del Quad – ha risposto che “la Cina si terrà sempre lontana da queste alleanze esclusive. Piuttosto chiediamo un incontro con i partner asiatici per rafforzare la pace sul continente”. Da Pechino arriva comunque il segnale, come riportato dal South China Morning Post, che l’eventuale adesione di Seul al Quad potrebbe essere vista come una provocazione.
Ma a preoccupare Seul c’è anche Pyongyang. Nelle scorse settimane, la Corea del Nord ha testato missili balistici in grado di portare testate nucleari e che potrebbero colpire non solo la Corea del Sud, ma anche gli stessi Stati Uniti. A questi test, considerati illegali dal vassallo coreano di Washington, USA e Corea del Sud hanno risposto con la più grande esercitazione militare degli ultimi 5 anni, chiamata “Freedom Shield”, scudo di libertà. L’esercitazione, cominciata ieri e che si terrà per tutta la settimana, prevede la simulazione di attacchi contro basi militari nordcoreane. Il governo nordcoreano, però, accusa – tramite la propria agenzia di stampa KCNA – i due stati di preparare un’invasione del paese, definendo vergognosa la strategia imperialista USA camuffata da lotta “per i diritti umani”.
Come sempre, quando si tratta di Asia e Stati Uniti, sembra di leggere lo stesso copione: Taiwan si sente minacciata dalla Cina; Seul si sente minacciata dalla Cina; l’India – nonostante l’anglo-sfera voglia far fuori Modi – si sente minacciata dalla Cina. Poi però guardando le cartine geografiche e sovrapponendole alle cartine che indicano le basi militari americane e la flotta statunitense, si realizza che l’unica costante della fantomatica minaccia cinese è l’aggressività americana.
Il male a stelle strisce.
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