Ugo Rossi
Avanti.it
Dopo la pubblicazione dell’articolo “Incubo Superbonus”, ci sono pervenute da tutta Italia varie storie di persone tradite ed illuse da una politica di venditori di pentole, basata su bonus di ogni genere e annunci del tipo “vi ristrutturerete la casa gratis”, tutto per tentare di racimolare le briciole di consenso che rimangono da anni di tradimenti elettorali.
In questo articolo vorrei partire e dar voce alle vostre storie da incubo. Storie di cittadini umili che, con il sudore di una vita di lavoro, si sono costruiti casa e messo da parte i risparmi per una vecchiaia dignitosa, e che oggi trovano tutto il loro sudore ipotecato per aver creduto alle promesse di politici truffatori, non capaci di governare il nostro paese.
Mi chiamo Sonia S. ed abito a Prato in una casa unifamiliare. Anche per noi come per tante altre famiglie è iniziata la storia infinita da quando il 13/04/2022 ho firmato il contratto di cessione del mio credito con l’allora Banca Carige (ora Bper), che si avvale della collaborazione con la piattaforma Eaglewise-PWC per il controllo documentale e l’evasione della pratica. Con la sopracitata piattaforma è stato ed è un delirio!
Hanno cominciato a chiedere documenti (sempre gli stessi più volte), ed anche cose inesistenti tipo protocollo dell’allegatoB per il sismabonus del genio civile! Quando questo va inserito solo nella pratica Cilas. Anche attualmente che ho mandato il 60% del primo SAL (stato avanzamento lavori) per sismabonus hanno ricominciato a chiedere la stessa documentazione. Ora devo caricare in piattaforma anche il promo 30% del SAL per l’Ecobonus, ed ho tanto paura che facciano altrettanto. Premetto che ho dovuto prendere dei prestiti per i primi pagamenti ma i lavori si sono fermati più volte. Poi premetto che in data 4/10/2022 avevano approvato tutti i progetti dei superbonus.
Come ben sapete il 31/03/2023 scade il termine per pagare e finire i lavori di questi superbonus per le unifamiliari. Sono in difficoltà se la banca non mi liquida le pratiche dei primi SAL per poter chiudere i lavori.
Non si possono mettere in ginocchio così famiglie ed imprese. I tempi devono essere più celeri o almeno il governo dovrebbe dare ulteriori proroghe per permettere i pagamenti e la chiusura dei lavori. Come sempre il governo dice di aiutare le famiglie ma fa tutto il contrario! Prima di fare leggi o agevolazioni si deve essere certi di portarli avanti e tener fede alle promesse fatte e non far finire nei guai le persone!
Cara Sonia , parto dalla tua storia perché è tra le più comuni. Da ingegnere specializzato ed attivista politico ho conosciuto decine e decine di testimonianze come la tua. Purtroppo, come avevo scritto nel precedente articolo, questa normativa , così com’è scritta, è pensata per fare gli interessi di Banche, Mafie e Multinazionali, che ,come ormai è risaputo, finanziano e sovvenzionano i partiti e tanti politici di spicco.
Al posto di burocratizzare determinati iter e rendere la vita impossibile a professionisti, aziende e cittadini per fare interventi di questo tipo, dovrebbero semplificarli al massimo e punire duramente i furbi ed i truffatori. Tanto, nonostante la richiesta di 1000 documenti ed asseverazioni per il superbonus, abbiamo comunque assistito a casi emblematici come “Mister Miliardo” a Rimini.
A me è stato chiaro fin da subito che ,dando pieni poteri alle banche, avremmo vissuto nuovamente storie già viste di un sistema bancario usuraio, e che solo i grandi colossi delle costruzioni, multinazionali e multiutility ,avrebbero potuto sfruttare pienamente il superbonus grazie ai loro milionari o miliardari crediti fiscali, su cui hanno potuto fare un investimento che rende il 10% in soli 4 anni, che poi è diventato anche del 20/30% ricattando i piccoli ed i cittadini ormai con il cappio al collo.
Una misura di tale portata aveva bisogno di una pianificazione di almeno cinque, dieci anni e soprattutto doveva essere progressiva, per poter formare adeguatamente tecnici e operai e dar tempo alle piccole e medie imprese di strutturarsi, con una banca pubblica degli investimenti che elargisse il credito ai cittadini e alle imprese senza ipoteche ed aperture di nuovi mutui.
Marta A. ci ha fatto pervenire una sua giusta osservazione:
Volevo segnalare un ulteriore problema legato al superbonus. Utilizzandolo si accende una ipoteca sulla casa a favore della agenzia delle entrate, la quale ha a disposizione tempi molto lunghi (fino a 18 anni) per compiere gli accertamenti. Pare che siano molti i motivi che possano far decadere il diritto al superbonus, e quindi i beneficiari rischiano di dover pagare fino a 3 volte l’importo risparmiato, pena il pignoramento dell’immobile.
Credo che la maggior parte delle persone siano all’oscuro dei rischi connessi all’utilizzo del bonus.
Mi permetto di segnalare questa pagina web:
https://www.condominioweb.com/ecco-perche-con-il-superbonus-i-condomini-hanno-ipotecato-le.20177
In questi due anni e mezzo, quando ho fatto sopralluoghi di verifica, nella maggior parte dei casi gli immobili avevano varie cose da sanare, ma la politica di aziende improvvisate o nate dal nulla, multinazionali, e general contractor anche di reti di imprese locali ed artigiani, era quella di chiudere il contratto il prima possibile e legare a loro il cliente per spennarlo il più possibile, approfittando della febbre del “tutto gratis”. Anche in casi in cui non c’era nessun presupposto di realizzazione del superbonus, l’obiettivo diventava quello di farti fare comunque lo studio di fattibilità per dirti poi che non se ne faceva nulla, ma tanto ai clienti partivano minimo dai tremila euro in su.
Personalmente , come avevo raccontato nel precedente articolo, come tecnico nel giro di poco sono rimasto schifato dalla giungla di truffe a cui stavo assistendo, e ho deciso di stare ben lontano da tutto ciò ; dove ho potuto ho salvato varie persone dal commettere lo sbaglio fatale, e mi sono limitato a svolgere la mia professione rinunciando a laute percentuali. Purtroppo, non tutti hanno seguito l’etica deontologica in certe situazioni.
Effettivamente , come giustamente osserva Marta, questa misura ( come adesso prova a fare l’ultima direttiva UE delle “case green” di cui vi parlerò prossimamente ) è servita più ad ipotecare la proprietà privata dei cittadini, in particolar modo degli Italiani, noti risparmiatori e investitori sul mattone, a differenza di altri popoli del nord Europa che in maggioranza vivono in affitto in proprietà immobiliari già in mano a banche e fondi finanziari speculativi.
A me sembra chiaro che qui ci sia un piano di impadronirsi della ricchezza e dei beni degli italiani.
Concludo dando spazio alla lettera di appello che ci è pervenuta da Maddalena M., che ribadisce e rafforza quanto detto nelle precedenti righe.
Oggetto: Superbonus: trappola di Stato — Qualcuno ci aiuti!!!
Buongiorno,
Le inoltro questo appello perché possiate intervenire a fronte del disastro economico che si sta abbattendo su diverse Ditte ma anche su diverse famiglie a causa dell’agevolazione “Superbonus 110%” che io definisco, senza paura di essere smentita, TRAPPOLA DI STATO.
Vado subito al sodo del motivo per cui mi vedo costretta a consegnare queste righe per riassumere con parole “terra terra” quello che questo intervento sta creando, anche se immagino che ormai ne siete a perfetta conoscenza, riservandomi di illustrarLe nella seconda parte della lettera ulteriori dettagli e motivi di difficoltà se avrà la pazienza e la curiosità di leggerla.
Il problema impellente è il seguente:
- Ho aderito alla possibilità di sistemare la mia casa (che non avevo mai potuto sistemare finchè non ho avuto della disponibilità economica in seguito al decesso dei miei) illudendomi dì poter credere nella serietà dello
- Ora mi trovo con i lavori iniziati, con i pagamenti fatti per il 30% come previsto dalla norma per poter cedere il credito (entro la scadenza del 15 MARZO), rientrare dei fondi e proseguire i lavori, e nessuno più accetta la cessione del credito se non a prezzi USURAI. E non posso neanche permettermi di sospendere i lavori, prima di tutto perché mi troverei a vivere in un cantiere e poi perché, se i lavori non vengono ultimati, perdo qualsiasi tipo di agevolazione e quindi tutti i soldi spesi (di cui una parte ottenuti con la cessione del quinto dello stipendio) non avendo sufficiente capienza per detrarre le spese dal mio 730.
Credo che queste poche righe siano sufficienti ad illustrare la situazione in cui mi trovo solo perché mi sono fidata dello Stato che mi dovrebbe tutelare e non rovinarmi. E non mi si venga a dire che la cessione del credito non è un diritto ma solo una possibilità, perché è stata pubblicizzata come la soluzione di tutti i mali per quelli che, come me, non hanno la disponibilità finanziaria per fare degli interventi sul proprio immobile ed è poco corretto non poter garantire quello che si promette. Anche perché, se lo avessi saputo dall’inizio, di certo non avrei aderito.
Ritengo quindi, e con forza Vi chiedo, che lo Stato sblocchi la cessione del credito inducendo Istituti di Credito e Poste e Cassa Depositi e Prestiti ed Enti Locali ad acquistare i crediti giacenti nei cassetti fiscali per poter rimettere in moto la macchina, far ultimare i lavori a chi li ha iniziati e salvare le Aziende che si trovano in crisi di liquidità e sull’orlo del fallimento. E dovrebbe anche in qualche modo “calmierare” il mercato dell’acquisto perché non è possibile che a fronte di 110 euro ceduti le Banche ne corrispondano 95 circa (e questo prima del blocco della cessione) o su internet ci siano piattaforme che li acquistano a prezzi stracciati approfittando della situazione.
Comunque fatta questa premessa che è di fatto il problema che mi assilla (e come me tante altre famiglie e Ditte) Le illustro, corre anticipato nelle premesse, il percorso travagliato dell’intervento sulla mia abitazione:
Ho iniziato a pensarci a fine 2020, quando è uscita la legge, ma prima di poter presentare la documentazione necessaria tra sanatoria e inseguimento delle continue modifiche della norma ho potuto iniziare i lavori solo a fine 2021
Nel frattempo le Ditte disponibili sono sparite, i prezzi dei materiali hanno continuato a lievitare e l’unica soluzione che veniva proposta era appoggiarsi ai General Contractors che facevano i lavori “chiavi in mano” installando il materiale che loro avrebbero ritenuto più opportuno. lo che non ho ritenuto di dare in mano a terzi la mia casa “tanto poi paga lo Stato” ho avuto enormi difficoltà a proseguire, un po’ per l’impreparazione dei Tecnici in materia, un po’ per la difficoltà di muovermi all’interno del mercato che offriva di tutto e di più, e non sempre materiale ed artigiani idonei
Inizialmente mi sono rivolta a diversi Istituti di Credito e alle Poste Italiane per anticipare la mia necessità di cedere il credito al saldo del 30% e poi del 60% e poi al saldo in modo da rifinanziare i lavori a mano a mano che procedevo e le Banche accettavano la cessione del credito maturato (ad asseverazione effettuata) corrispondendo in media 103 euro ogni 110 ceduti (per cui i primi a guadagnarci, come sempre, sono stati gli Istituti di Credito…), ma la “prenotazione” dell’operazione era effettuabile a saldo raggiunto.
Poi le cose si sono ingarbugliate sempre di più perché i continui aumenti dei costi preventivati per materiale e manodopera hanno fatto “saltare” i conti delle famiglie e hanno di fatto “drogato” il mercato dell’edilizia.
Da qualche mese poi, come purtroppo succede sempre in Italia, lo Stato si è accorto che i soliti “furbetti” (ma oserei dire ladri) ne hanno approfittato “gonfiando” il costo dei lavori o cedendo crediti di lavori non fatti e Io Stato che ha fatto: invece di perseguire i ladri e lasciare che gli onesti portino a termine i lavori con tranquillità è corso ai ripari inserendo ulteriori restrizioni sulla cessione del credito così da bloccare, di fatto, la possibilità di cedere il credito agli Istituti bancari. Morale della favola:
- le Imprese che hanno svolto i lavori accettando la cessione del credito da parte dei loro clienti si trovano nell’impossibilità di monetizzarlo e quindi di autofinanziarsi perché, come detto, nessuno più accetta la cessione del credito che è diventata “una bestia nera” da evitare;
- i privati che hanno iniziato i lavori preventivando una somma complessiva per gli interventi da fare si sono trovati a costi aumentati a dismisura, hanno necessità di cedere il credito per i lavori fatti e pagati perché questo servirebbe loro per finanziare il proseguimento dei lavori, ma anche i privati non trovano nessuno che lo accetti. Nel frattempo si indebitano per continuare i lavori perché una delle condizioni per accedere al Superbonus, sempre che si sblocchi la situazione, è che i lavori previsti vengano ultimati;
- Quindi: 1) imprese in grosse difficoltà economiche (basta sentire cosa dice l’Ance) e a rischio fallimento; 2) famiglie “strangolate” nella morsa economica, finanziaria e normativa.
Non so se sono riuscita ad essere abbastanza chiara nell’esporre il problema che riguarda parecchie persone, altrimenti basta fare qualche ricerca su internet e credo che di segnalazioni di problemi in merito ne saltano fuori parecchie.
Per quanto mi riguarda ho necessità estrema di riuscire a cedere il credito maturato per poter proseguire ed ultimare i lavori, altrimenti mi troverò carica di debiti a 60 anni per aver creduto allo Stato. Mi piacerebbe tanto vivere in un’Italia seria che non se la prende sempre con gli onesti e lascia scappare i disonesti.
Cordiali saluti.
P.S.: Ho fatto questa segnalazione anche via mail a diversi politici di diversi schieramenti, ma ad oggi nessuno si è degnato di rispondere in merito. Conto che questa lettera abbia più fortuna visto che i politici dovrebbero risolvere i problemi dei cittadini e non crearli. Grazie
Continuate a segnalarci le vostre storie da incubo su [email protected]
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