In Sardegna la Nato torna a sparare. Questa settimana avranno inizio nell’isola tre grandi esercitazioni militari che vedranno la partecipazione di oltre 6000 militari italiani e di altri 23 stati dell’Alleanza Atlantica. Le esercitazioni cominceranno con Mare Aperto che vedrà coinvolta prevalentemente uomini e mezzi delle forze armate italiane nel golfo di Cagliari presso il poligono militare di Capo Teulada. A questa esercitazione faranno seguito le esercitazioni Noble Jump 2023 e Join Stars 2023, che vedranno appunto la partecipazione di uomini e mezzi di molti paesi Nato, in particolare provenienti da Germania, Paesi Bassi, Grecia, Lussemburgo, Lettonia e Lituania, per citare i contingenti più numerosi. A causa delle esercitazioni militari che si terranno presso Capo Teulada, il golfo di Cagliari sarà sostanzialmente interdetto al transito di navi ed imbarcazioni civili, che potranno accedere alla zona soltanto previa autorizzazione della Guardia Costiera che ha già interdetto l’area.
La notizia ha scatenato le ire delle associazioni anti-militariste e anti-Nato in Sardegna, a causa anche del verbale dell’ultima riunione del Comipa, il comitato paritetico sulle servitù militari, nel quale si legge che “le esercitazioni straordinarie opportunità grazie alla positiva ricaduta economica sul territorio che la presenza di migliaia di persone assicurerà con la fornitura di pasti, servizi di lavanderia, lavori edilizi per migliorare la ricettività, tutti servizi forniti a livello locale”. Una valutazione intrisa di una visione colonialista ottocentesca: la Nato spara sulla costa sarda e i sardi dovrebbero esultare perché danno da mangiare e da bere ai soldati impegnati nelle esercitazioni.
Mare Aperto e le altre due esercitazioni – che si svolgeranno fino al 23 maggio – si terranno presso il poligono di tiro di Capo Teulada, ormai al centro del dibattito per i gravi problemi di salute legati all’uranio impoverito riscontrati nei soldati sardi impegnati nelle esercitazioni in questo poligono, ma anche delle patologie che ormai affliggono migliaia di civili sardi che risiedono nei pressi del poligono. Emanuele Lepore, della Associazione nazionale vittime dell’uranio, parla esplicitamente di massacro legato all’uso dell’uranio impoverito e di distruzione dell’ambiente. E, nonostante le promesse di bonifica dell’area, al momento i vari governi – a cominciare da quello Renzi – hanno soltanto provveduto, come spiega Lepore, ad innalzare il livello della soglia degli inquinanti per permettere ancora l’utilizzo del poligono di Teulada.
Ma la necessità dei sardi e della Sardegna, e di tutti noi, è fermare le esercitazioni di un organismo criminale, la Nato, che pensa soltanto a portare la morte, indipendentemente che si tratti della Serbia nel 1999 o della Sardegna nel 2023.
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