Martedì sono ricominciate le protesta popolari contro il governo ed il presidente William Ruto dopo un mese di pausa. Lo scorso marzo, infatti, il leader dell’opposizione Raila Odinga, aveva chiamato i kenyoti a scendere in piazza per protestare contro il governo, il carovita che sta colpendo il paese e anche per i brogli dei quali è accusato Ruto che ha sconfitto proprio Odinga alle ultime elezioni presidenziali. Durante quelle proteste, ci furono scontri fra la polizia e i manifestanti, con feriti rivendicati da ambo le parti. Dopo alcuni giorni di scontri, Odinga accettò l’invito del presidente Ruto di ritirare la protesta ed incontrarlo per discutere insieme sulle politiche da adottare per risolvere i problemi della gente. Gli scontri di marzo furono pure caratterizzati da due incendi che hanno colpito una chiesa ed una moschea, un fatto che il ministro degli interni Kithure Kindiki non esitò a definire “un incendio etnico”, cioè come il tentativo da parte di qualcuno (non si è ancora sauto chi) di far esplodere le tensioni etnico-religiose nel paese.
Dopo alcune settimane di incontri fra Odinga e Ruto, il leader dell’opposizione è tornato a richiamare i kenyoti in piazza poiché “le trattative volute da Ruto non si fondano sulla buona fede e la fiducia”. L’invito è stato accolto dalla popolazione che, seppur in formazione ridotta, è ritornata a protestare a Nairobi, la capitale. La polizia ha subito cercato di disperdere i manifestanti con il lancio di lacrimogeni; una tv locale avrebbe anche ripreso gli istanti in cui un minibus di manifestanti diretto proprio verso il centro città sarebbe stato dato alle fiamme. La polizia si è scontrata con i manifestanti in alcune parti della città, ma la maggior parte delle aree è rimasta calma. La polizia è stata dispiegata in città per mantenere la sicurezza. Nelle contee occidentali di Kisumu e Homa Bay, i manifestanti hanno bloccato alcune strade appiccando dei fuochi. Attorno alla capitale veicoli e pneumatici sono stati dati alle fiamme. Molti negozi sono stati chiusi con commercianti diffidenti nei confronti dei saccheggi e delle distruzioni a cui hanno assistito durante le precedenti proteste. Il governo ha comunicato che considererà le proteste come illegali e di conseguenza saranno disperse; l’opposizione però ha affermato che andranno avanti con le proteste ad oltranza, probabilmente sperando di far dimettere Ruto dalla presidenza del paese.
Il continente africano si dimostra ancora una volta il più instabile, tra la crisi sudanese e le accuse di brogli alle elezioni nigeriane; i tentativi di liberazione dal giogo occidentale del Ciad e il Sud Africa diviso da lotte razziali interne, crisi energetica e proteste popolari e l’indecisione atavica sul proprio collocamento geopolitico.
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