L’Italia è un paese di poveri e di sfruttati. Lo certificano le statistiche sui salari, sull’emigrazione, sulla povertà. È ormai un fatto conclamato che, nonostante i proclami propagandistici di questo o quel governo, non può più essere negato. In Italia, secondo gli ultimi dati riportati dallo studio Disparità retributive, precarietà e lavoro nel Lazio, esistono circa 6 milioni di lavoratori poveri, cioè lavoratori che ricevono salari letteralmente da fame che li relega sotto la soglia di povertà. Si tratta spesso di lavoratori poco specializzati, donne, giovani che hanno contratti part-time (falsi part-time, perché spesso si trovano costretti a lavorare fino a 12 ore al giorno) e contratti stagionali che, nei fatti, nascondono un rapporto di lavoro subordinato a nero. Per lavoratori poveri si intendono quei lavoratori che lavorano semplicemente per sopravvivere con salari che difficilmente superano i mille euro mensili – anzi, più facile che siano al di sotto dei mille euro – e che costringono i giovani a continuare a vivere con i propri genitori e le famiglie con figli a fare sacrifici disumani per sfamarsi, per accedere alle cure mediche. A questo dato poi va affiancato quello sui licenziamenti. Nel 2022 ci sono stati 8 milioni di nuovi assunti, di cui soltanto un milione circa con contratti a tempo indeterminato; un trend dunque che conferma la precarietà pressoché totale del lavoro in Italia.
Se agli stipendi bassi che, come certifica l’OCSE in Italia sono calati del 3% dal 1990 ad oggi, unica nel mondo occidentale con questo dato negativo, e al lavoro precario aggiungiamo l’inflazione, la frittata è fatta e la base sociale di poveri si allarga sempre di più. Ma questo a quanto pare per la classe politica italiana non rappresenta un problema. Anzi, con la Meloni al governo, sembra essere iniziata la caccia al povero, con la cancellazione del Reddito di cittadinanza e l’arrivo della Mia, il sussidio ridicolo ed offensivo che lo andrà a sostituire. E mentre i nostri politici sono impegnati a fare riforme fiscali che aiuteranno solo i ricchi, ad inviare armi che aiuteranno solo gli amici di Crosetto – notoriamente uomo dei fabbricanti di morte – in Italia non trova spazio una misura di civiltà quale il salario minimo (che esiste ovunque in Europa, tranne che nel nostro paese) e soprattutto non si può nemmeno ipotizzare la riduzione delle ore di lavoro come già fatto in Spagna.
“Lavorate ed impoveritevi”.
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