Ahmad Atef Mustafa Daraghma era un calciatore 23enne palestinese della squadra Thaqafi di Tulkarem che viveva a Tubas, ucciso dalle forze di occupazione israeliane, durante un intervento nella città di Nablus, nel nord della Cisgiordania. E’ la 224 vittima dell’esercito israeliano dall’inizio dell’anno. Il primo ministro palestinese Mohammad Shtayyeh ha invitato la stessa Fifa, a denunciare il crimine perpetrato dalle forze di occupazione israeliane. E’ ancora fresca la notizia della formazione, a quasi due mesi dalle elezioni, del governo a trazione Likud, il sesto guidato da “Bibi” Netanyhau, in cui figurano nei vari ministeri della sicurezza, personaggi di chiara matrice razzista ed arabofobica. Tutto questo non fa ben sperare in una attenuazione del conflitto. In Palestina e nei territori occupati si continua a morire, ma ormai i nostri occhi sono abituati alle immagini della guerra, ne sono assuefatti. Forse dovremmo concentrarci su altri sensi. Forse “l’odore della guerra” potrebbe essere più efficace di una delle tante immagini che ci scorrono davanti senza soluzione di continuità.
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