Il famigerato virus H5N1, responsabile della cosiddetta “influenza aviaria”, avrebbe compiuto il “salto di specie”, traslocando dagli uccelli ai mammiferi: dopo aver falcidiato nidiate di pollastri e stormi di gabbiani, avrebbe preso ad infettare orsi, foche, volpi, capre, mucche e pure qualche umano. Fondamentalmente, si tratta della stessa storia dell’anno scorso, quando, sempre in primavera, il volatile “allarme” planetario era partito dal Sudamerica, dove i governi di Uruguay, Argentina e Brasile avevano proclamato una flaccida “emergenza sanitaria” in seguito al ritrovamento di qualche uccello selvatico infetto. In Argentina, per dire, lo “stato di emergenza” sarebbe dipeso da un unico esemplare di oca delle Ande, beccato chissà come col virus addosso in una remota riserva naturale della provincia di Jujuy, nei pressi del confine con la Bolivia. E quindi, come da copione: focolai in ogni dove, numeri con parecchi zeri sparacchiati a caso, bambini morti in Cambogia e bambini mezzi morti in Ecuador, latte col virus e uova senza virus. Un anno dopo, pigramente, gli sceneggiatori riprendono lo sfilacciato canovaccio, fra pinguini sul punto di essere sterminati dall’H5N1 in Antartide e vacche “uccellate” nel Kansas, mentre un tizio in Texas si sarebbe contagiato prendendosi la congiuntivite. A New York, inoltre, sarebbe in corso una psicosi: dopo il ritrovamento di una decina di volatili contaminati, pare che nessuno osi più avvicinarsi alle carcasse dei piccioni, e men che meno ai loro escrementi. Secondo Ilaria Capua, che ha l’onore di portare avanti la narrazione sul Corriere della Sera, “Siamo agli inizi di una storia che darà filo da torcere alla sanità pubblica”. Insomma, siamo alla frutta. Il punto è che lo spunto degli animali assassini è stato sfruttato fino all’esaurimento: con virus o no, hanno proprio stufato. Ed ecco spuntare dal fondo del cilindro il “profeta” David Quammen, ovvero l’uomo che aveva previsto il Covid, coi cinesi, i pipistrelli e tutto il resto, nel suo Spillover: Animal Infections and the Next Human Pandemic, dato alle stampe nel 2012 e diventato poi best seller all’avveramento della profezia. Quammen, intervistato un po’ qua e un po’ là, ha fatto capire che il virus sta per spiccare l’ultimo e decisivo salto, e che con ogni probabilità le cose andranno come l’altra volta. “Ascoltiamolo, stavolta!” è il disperato sottotesto che accompagna le profetiche interviste, e quindi diamoci da fare per stanare uccellacci, tamponare vacche e, soprattutto, vaccinare preventivamente cristiani. Il cartello farmaceutico, emarginato dalla scena a beneficio del complesso militare-industriale, batte un colpo: la vogliamo fare o no questa nuova pandemia di cui tutti si riempiono la bocca? Ce la fate vendere qualche fialetta? E così, mentre costoro si struggono, il disco rotto del terrore continua a suonare per tenere accesa la fiammella dell’inquietudine nelle anime ipocondriache, le quali interiorizzano pure l’assunto che la carne fa malissimo, gli animali vanno abbattuti e gli allevamenti aboliti. E mentre i virus zompettano da specie a specie, coronando la loro ascesa nel pantheon della biologia con l’infezione dell’uomo, ci si dimentica che il vero salto di specie è già avvenuto, e riguarda l’uomo stesso.
GR
Umberto dice
È sempre un rinnovato piacere leggerti e sapere che in questo momento il così detto senso ironico che esprimi magistralmente, potrebbe essere in grado teoricamente di sconfiggere anche la morte.
Ammesso che ce ne sia bisogno, visto che tutto pare essere pervaso da questo messaggio subliminale, cioè che la morte è, e rimane il migliore affare del pianeta terra. In ogni caso va continuamente reclamizzata e pompata efficacemente tramite strategie di marketing funzionali, come; guerre, pandemie, stragi, terrorismo, catastrofi naturali, terremoti, crisi finanziarie e cataclismi di ogni genere.
Certo il fiore all’occhiello di questa ingegneria del terrore è sicuramente il bene amato virus in fabula, essendo poco costoso e invisibile capace di ucciderti nelle statistiche anche chi, pace all’anima sua era già morto e imbalsamato da millenni con una gigantesca piramide costruita sopra la testa. Praticamente non c’è scampo in nessun posto, ovvio a meno che non possediate L’elisir di lunga vita, il vaccino contro tutti i virus.
Per Ironia della sorte in questo programma per resuscitare i morti viventi l’ Altissimo, il Creatore, l’Onnipotente, Padre, Padreterno, o Signore; al secolo Dio, nel suo incommensurabile amore verso tutto ciò che ha creato, non farebbe la benché minima differenza se a morire o meglio scomparire dall’universo tangibile fosse la sua creatura per eccellenza e cioè l’uomo o il fantomatico assassino seriale sua maestà il virus. Perché a Dio non può interessare la forma ma bensì il sentire in esso racchiuso, che dalla forma più elementare come per esempio l’atomo arrivando ad una intera galassia o per assurdo un cosmo e’ in ogni caso un sentire di coscienza soggettivo che sommandosi confluirà nella conoscenza assoluta divina. E quindi un virus pur meno complesso di un uomo ha un suo sentire e una sua complessità unica e soggettiva e, sempre visto che nel creato pare, ogni sentire è fondamentale e insostituibile per la sua funzione d’essere.
E ancora “sembrerebbe” il congiuntivo e d’obbligo che nella creazione non è contemplata la V.I.P Zone e quindi “pare” che una volta giunti al fatidico momento della dipartita il paradiso che “pare” essere laico in maggioranza e sotto certi aspetti comunistoide, perché “pare” tutti siano perfettamente uguali senza eccezione di causa. Ovviamente discorso a parte e l’evoluzione spirituale della coscienza individuale. Quindi a ben vedere chi veramente dovrebbe aver paura della morte non dovrebbero essere i comuni mortali tartassati da ogni male esistente; ma bensì i padroni del teatrino delle paure reclamizzate, che evidentemente si ritengono esseri speciali e che una volta giunta la loro ora si ritroveranno completamente disadattati in una dimensione a pari merito di virus e parassiti vari che in alcuni casi avranno addirittura “pare” una statura morale più elevata e molte possibilità in più di progredire spiritualmente. Pace e bene a voi.
Bertozzi dice
Vacche “uccellate” merita un plauso.