Il decreto per la gestione dei flussi migratori è diventato legge.
Il testo approvato dal Senato, con 84 voti favorevoli e 61 contrari, disciplina l’attività delle imbarcazioni appartenenti alle ong impegnate nel soccorso via mare, con misure che prevedono di procedere allo sbarco subito dopo ogni operazione di salvataggio e l’assegnazione di luoghi lontani come porti di sbarco.
Oltre a questo, il decreto impone ai comandanti delle navi di raccogliere i dati dei richiedenti asilo.
In caso di violazione della normativa sono previste sanzioni che vanno dal fermo amministrativo della nave alle multe applicate ai comandanti dai 10000 ai 50000 euro.
In caso di reiterazione, si parla addirittura di confisca.
La prima malcapitata è stata la Geo Barents, nave di Medici senza frontiere, alla quale è stato applicato un fermo amministrativo di 20 giorni più una sanzione pecuniaria di 10000 euro.
La Capitaneria di Porto di Ancona, alla luce del nuovo decreto, ha contestato alla nave di non aver fornito le informazioni richieste durante l’intervento che ha reso possibile lo sbarco di 48 naufraghi ad Ancona.
La nuova legge rientra nei disegni del centrodestra di colpire – almeno a suon di propaganda – l’immigrazione clandestina e chi la foraggia. Ma in buona sostanza si finisce sempre per colpire una paio di navi sotto i riflettori mentre le altre alla chetichella continuano a sbarcare col carico umano di disperati.
In verità, il governo Meloni è solo l’ultimo esecutivo ad aver fatto accordi con chi l’emigrazione forzata la causa, la tutela e la finanzia come un business qualsiasi. Per cui questa legge si rivela come l’ennesimo ipocrita tentativo di fermare qualcosa che non si può fermare con sanzioni, fermi amministrativi e denunce.
La nuova legge, dunque, non fermerà il fenomeno, ma finirà per essere l’ennesimo buco nell’acqua.
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