Il 13 Febbraio era prevista la proiezione del documentario “Invisibili”, prodotto da “Playmastermovie” in collaborazione con “Comitato Ascoltami” e “ALI – Avvocati Liberi”, presso la Protomoteca del Campidoglio, la sala proiezioni del Comune di Roma.
“La procedura di accesso” racconta in un video Alessandro Amori, titolare di “Playmastermovie” che ha prodotto il documentario “prevedeva di far pervenire al Campidoglio tramite un consigliere comunale, la richiesta per l’utilizzo della sala. E così noi abbiamo fatto, appoggiandoci al consigliere della Lega Fabrizio Santori. Una procedura semplice che non prevedeva alcun consenso o diniego da parte del Campidoglio”. Tuttavia è arrivata l’amara sorpresa. Il Consiglio comunale ha approvato con rapidità una delibera con la quale modifica la procedura di accesso alla sala rimettendo nei poteri della stessa assemblea la possibilità di negarne l’accesso per le proiezioni di documentari o film che trattano di questioni divisive. E siccome la questione vaccini è molto divisiva, anche grazie alle politiche denigratorie delle stesse istituzioni, il Campidoglio ha deciso di negare l’utilizzo della sala, utilizzando il pretesto della “divisività” per mettere in moto la macchina della censura.
Il provvedimento è un vero e proprio atto di censura contro un tema delicato che oggi, dopo la fine dell’emergenza, dovrebbe essere discusso apertamente senza pregiudizi ideologici e politici.
Le associazioni promotrici, per tanto, hanno indetto una conferenza stampa in Piazza Campitelli 9, il 13 Febbraio alle 19:30, proprio dinanzi il Campidoglio. Denunceranno la decisione dell’assemblea comunale romana e diffonderanno il messaggio contenuto nel documentario. Oltre a questo, ALI e Comitato Ascoltami, distribuiranno ai partecipanti un vademecum con alcuni consigli su come segnalare eventi avversi che sono emersi dopo la somministrazione del vaccino. La procedura, come si può leggere già sui canali Telegram delle due associazioni, prevede la segnalazione al medico curante “tramite pec o raccomandata a/r. In questo modo è dimostrabile che il medico, che deve segnalare all’AIFA la richiesta del proprio paziente entro 36 ore, si sia rifiutato di inoltrare la richiesta alle istituzioni competenti. Scadute le 36 ore, i pazienti possono direttamente inoltrare la propria segnalazione all’AIFA”.
E nonostante i tentativi di censura delle istituzioni pubbliche, il lavoro di associazioni di medici, avvocati o semplici cittadini continua in questa lotta per la verità e contro l’oscurantismo.
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