La Goldman Sachs Bank Europe SE, filiale europea della americana Goldman Sachs, ha ricevuto una sanzione amministrativa di 6,6 milioni di euro da parte della BCE. La sanzione è arrivata a seguito di irregolarità riscontrate, nell’ambito della sua attività di vigilanza bancaria, da parte della Banca Centrale Europea sulle valutazioni di rischio effettuate dal Goldman Sachs. Più precisamente si tratta delle analisi e valutazione del parametro risk-weighted assets (RWA). Il parametro in questione serve a valutare il cosiddetto rischio ponderato delle banche, cioè la loro esposizione patrimoniale, gli eventuali ammanchi, debiti e quindi le necessità di capitali che annualmente gli istituti di credito devono richiedere alle banche centrali per continuare la loro attività bancaria e finanziaria. Si tratta dunque del parametro che stabilisce la solidità e la sicurezza delle banche, molto importante in questa fase di gravi turbolenze bancarie e finanziarie, con banche americane ed europee sull’orlo dell’implosione (o già implose).
Nel caso specifico, Goldman Sachs ha presentato alla stessa BCE un indice RWA errato per difetto, cioè ha fornito delle valutazioni di rischio inferiori di quelle che sarebbero. Questo è avvenuto, almeno secondo la motivazione della sanzione rilasciata dalla BCE, perché Goldman Sachs ha applicato modelli di calcolo suoi, diversi da quelli standard previsti da Francoforte e ad incidere sugli errori sono state “lacune nel sistema di controllo interno” della stessa banca americana. In seguito a richieste di chiarimenti, la BCE ha valutato l’errore di GS come “grave” (in una scala che comprende errore lieve, moderatamente grave, grave, molto grave, estremamente grave) e ha dunque comminato la sanzione di 6,6 milioni di euro. Dalla banca americana fanno sapere di “essere soddisfatti del lavoro svolto e dell’accordo raggiunto” e fanno intendere che non ricorreranno presso la Corte di Giustizia dell’UE.
Insomma, Goldman Sachs ha sbagliato (o lo ha fatto di proposito?) i calcoli sul rischio delle banche, ovviamente in difetto, dando una valutazione migliore di quanto non fosse realmente dello stato economico e patrimoniale di alcune banche. Chissà se lo stesso errore – fraudolento – verrà mai rilevato nelle valutazioni che il gigante finanziario americano fa puntualmente sul debito pubblico di Italia o Grecia e sulla base del quale il popolo viene puntualmente massacrato con l’austerità? Su questo siamo sicuri goda del complice silenzio della BCE.
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