Il Pentagono ha dichiarato che l’amministrazione del presidente Joe Biden invierà temporaneamente 1.500 soldati al confine tra gli Stati Uniti e il Messico, in previsione di una possibile ondata di migranti in cerca di asilo. La mossa arriva in vista della scadenza del “Title 42” prevista per l’11 maggio, una misura adottata da Trump che consente agli Usa di respingere le richieste di migrazione e asilo per motivi di salute pubblica, bypassando la legge che invece prevede la possibilità di accogliere richieste di asilo. In questo caso, la restrizione era dovuta al Covid.
Stando a una dichiarazione di un portavoce del Pentagono, il dispiegamento dei soldati avrà durata di 90 giorni e servirà a supportare il lavoro della polizia di frontiera degli Stati Uniti, ma l’applicazione della legge non rientra nelle mansioni. In sostanza, svolgeranno soltanto compiti amministrativi e di monitoraggio. Il tutto con un dispiegamento già attivo di circa 2.500 soldati della Guardia Nazionale. El Paso, la città di confine del Texas, ha dichiarato lo stato di emergenza in preparazione di un potenziale afflusso di oltre 35.000 richiedenti asilo che sono attualmente bloccati nella città messicana di Juárez. Dal suo insediamento, Biden ha assistito al record di migranti catturati mentre attraversavano illegalmente il confine tra Stati Uniti e Messico. Biden è bacchettato su più fronti: i repubblicani gli criticano l’aver ritirato le politiche intransigenti di Trump, mentre alcuni democratici e attivisti per l’immigrazione lo accusano di aver gradualmente inasprito il suo approccio alla sicurezza delle frontiere. Il senatore Bob Menendez, un democratico e presidente della commissione affari esteri del Senato, ha detto che la decisione di Biden di inviare truppe era inaccettabile. Il senatore democratico Bob Menendez ritiene che la decisione di Biden sia “inaccettabile” e dichiara: “Cercare di ottenere punti politici o intimidire i migranti inviando i militari al confine si rivolge agli attacchi xenofobi del partito repubblicano al nostro sistema di asilo”. Il presidente messicano Lopez Obrador, durante una conferenza stampa, a una domanda sullo schieramento delle truppe ha risposto che gli Stati Uniti sono una nazione sovrana e che il Messico ne rispetta le decisioni.
Già le precedenti amministrazioni presidenziali, da Bush passando per Obama senza distinzioni tra repubblicani e democratici, hanno schierato migliaia di soldati in servizio attivo al confine. L’addetto stampa della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, ha definito tali dispiegamenti “una pratica comune” e ha ribadito che i soldati svolgeranno semplicemente dei compiti amministrativi. E al di là della solita propaganda, i democratici si dimostrano i meno “accoglienti” verso gli immigrati – mentre accusano gli altri di razzismo – e soprattutto continuano a non mantenere la parola data, come già dimostrato sul fronte della tutela dell’ambiente.
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