Migliaia di manifestanti ieri sono scesi nelle strade di Tbilisi per protestare contro la nuova legge sugli “agenti stranieri” approvata dal parlamento georgiano in prima lettura. Secondo le testimonianze dell’opposizione, la polizia georgiana avrebbe caricato la folla con gli idranti e i gas lacrimogeni. L’opposizione ha accusato la polizia di reazione sproporzionata; mentre le fonti governative, invece, fanno sapere che i manifestanti hanno tentato di sfondare il cordone di sicurezza eretto dalla polizia a protezione del palazzo sede del parlamento; da lì sarebbe scaturita una sassaiola contro la polizia che denuncia il ferimento di una decina di agenti, alcuni trasportati anche in ospedale.
La legge contro gli “agenti stranieri”, che ha scatenato le proteste di piazza, è una legge con la quale il governo intende limitare l’eccessiva libertà di azione delle ong. Infatti, se il testo dovesse essere approvato definitivamente, le ong che al momento sono registrate nel paese come semplici persone fisiche, qualora dovessero ricevere finanziamenti dall’estero superiori al 20% del totale, saranno obbligate a registrarsi come “enti con personalità giuridica”, pena lo scioglimento da parte dell’autorità statale. La legge quindi, vuole limitare l’attività politica che spesso le ong svolgono in alcuni paesi considerati scomodi dagli Stati Uniti che le finanziano, facendole agire da veri e propri agenti stranieri che si nascondono dietro la facciata della tutela dei diritti umani.
I partiti d’opposizione, le organizzazioni civili e i semplici cittadini contrari alla legge, denunciano “una pericolosa escalation autoritaria” nel paese. Addirittura, l’opposizione in parlamento ha apertamente parlato di legge “ispirata dalla Russia”, lasciando intendere che il governo di Irakli Garibashvili, già accusato di essere filorusso, sia manovrato da Putin. Ma a preoccupare l’opposizione è il rischio che questa legge possa rappresentare un ostacolo per l’adesione all’Unione Europea perché contraria alle norme UE sulle ong che godono di maggiore libertà nei paesi comunitari.
Nel frattempo, la Presidente della Georgia, Salome Zourabichvili, in visita di ufficiale negli Stati Uniti ha dichiarato che lei è “al fianco dei cittadini. Avete ragione a protestare; io apporrò il veto alla legge, una volta approvata definitivamente”. E a proposito di Stati Uniti, non poteva mancare il solito allarme lanciato dall’ambasciata statunitense in Georgia, come già fatto in Messico la scorsa settimana. Per i diplomatici americani, la legge è “ispirata dal Cremlino e mette a rischio l’adesione del paese all’UE”.
Le dichiarazioni americane non lasciano alcun dubbio sulla natura di queste proteste. Il governo in carica rimane un governo europeista, ma ha sempre mostrato una certa prudenza e anche una vicinanza strategica con la Russia, sia in termini geopolitici sia in termini commerciale ed economici. Questa relazione stretta, anche se tumultuosa, con la Russia è poco gradita a Bruxelles e a Washington. Quindi non è difficile da credere che gli USA stiano preparando un’ennesima rivoluzione colorata nel paese – dopo la Rivoluzione delle rose, il colpo di stato che portò al potere Mikhail Saakhasvhili, ispiratore del colpo di stato di Maidan in Ucraina – per far cadere un governo scomodo, tentando di indebolire il fianco sud della Russia.
EQ
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