Ugo Rossi
Avanti.it
Negli ultimi mesi in Italia e nel resto del mondo stiamo assistendo ad un nuovo fenomeno che sta ottenendo molte visualizzazioni sui social, e sempre più spazio mediatico nella cronaca di giornali e televisioni, tanto da spingere il parlamento italiano a discutere una legge per tentare di arginarlo.
Sto parlando dei giovani attivisti climatici, anche se qualcuno di loro risulta essere più datato, ormai etichettati come “eco-vandali”, che cercano “giustizia climatica” imbrattando con vernici lavabili o cibo opere d’arte, palazzi storici, e bloccando il traffico come spesso sta accadendo sul raccordo anulare di Roma.
La legge proposta in parlamento da Fratelli d’Italia prevede fino a tre anni di carcere e multe salatissime fino a 60mila euro per gli “eco-vandali”, una misura non solo eccessiva, ma proprio un insulto alla giustizia, visto che negli ultimi periodi sono stati depenalizzati reati ben più gravi, e adesso senza querela, grazie alla riforma Cartabia, anche i ladri la fanno franca. Per non parlare del fatto che dopo quarant’anni in Italia ancora non è stata discussa una seria legge per fermare il conflitto d’interessi e la corruzione, anzi un politico che ha patteggiato una pena per corruzione può ricandidarsi tranquillamente ad una carica pubblica. Così facendo si darà solo maggiore risalto e clamore mediatico a certe iniziative, che è l’obbiettivo principale di chi le realizza.
Detto ciò, non giustifico assolutamente le azioni commesse dai giovani attivisti, ma sono convinto che per fermarle non serva una legge, perché il problema è puramente causato da un vuoto culturale e dalla continua propaganda basata sulla perenne “emergenza”, utilizzata dall’oligarchia finanziaria mondialista per imporci le loro agende che mirano al controllo assoluto sull’umanità e sul pianeta Terra. A riguardo di quanto detto, suggerisco la visione del del docufilm d’inchiesta Segreti delle Nazioni Unite, nel quale Calin Georgescu, un ex membro di alto livello delle Nazioni Unite, rileva i piani degli oligarchi che controllano il mondo.
I nostri politici, ormai completamente asserviti all’oligarchia, sono i primi al governo e in parlamento a portare avanti queste agende, che prevedono guarda caso esattamente ciò che questi ecoattivisti rivendicano, e a fomentare il clima di terrore per imporle al popolo. Infatti, chiuso il capitolo pseudo-pandemia Covid, da qualche mese si è aperto nuovamente quello siccità e clima.
Forse a chi propone certe leggi, sfugge il fatto che da vent’anni nelle scuole e sui media si annuncia un’imminente fine del mondo causata dai cambiamenti climatici di origine antropica.
Da ingegnere, mi piace andare alla radice del problema per risolverlo. Bisogna tenere presente che un giovane nell’età dello sviluppo, non più allenato ad avere un minimo di spirito critico come sta accadendo a causa dei programmi scolastici degli ultimi anni, è facilmente indottrinabile dal sistema. Soprattutto adesso che sin dalla più tenera età ha uno smartphone tra le mani. La prova di quanto sto affermando l’abbiamo avuta negli ultimi tre anni, quando la maggior parte dei giovani ha tenuto la museruola a scuola, seguendo alla lettera gli assurdi ordini del regime sanitario. Siamo in effetti di fronte al crescente ed enorme problema di “conformismo della massa anonima”, citando il filosofo Adorno, che la maggior parte dei giovani subiscono senza più alcun tipo di anticorpo culturale.
Per comprendere il fenomeno degli eco-vandali devo spiegarvi cosa sta alla base delle loro azioni e quali organizzazioni si muovono nell’ombra dietro di loro, e lo farò portando indietro le lancette del tempo di qualche anno, raccontandovi la mia esperienza diretta da attivista politico impegnato anche nella tutela ambientale e difesa degli ecosistemi terrestri.
A fine 2018 e per tutto il 2019 spopolò il fenomeno Greta Thunberg, una ragazzina svedese che a seguito degli incendi boschivi nel suo paese, iniziò a scioperare da scuola fino alle elezioni politiche della Svezia dello stesso anno. Subito fu trasformato in un evento virale dai media, che come abbiamo imparato danno visibilità soltanto a ciò che il sistema di potere controlla o può controllare. Nasce così il movimento studentesco internazionale Fridays For Future.
In quel periodo fui uno dei portavoce della regione Friuli-Venezia Giulia che partecipò all’assemblea costituente del movimento italiano a Milano, e che guidò il gruppo locale ai tavoli istituzionali con il comune di Udine e la regione. In un primo momento questo nuovo movimento ha fatto da catalizzatore per tutti coloro che come me erano stati impegnati negli anni precedenti in tante battaglie ambientaliste e non solo, e devo ammettere che qualcosa di buono si stava anche facendo. Inizialmente il livello del dibattito era alto e non limitato solo alle emissioni di CO2, la critica principale era al sistema capitalista e neoliberista mondiale, si toccavano temi come la schiavitù della moneta-debito, e si chiedevano soluzioni sistemiche ai problemi della società.
Ammetto che fu emozionante vedere finalmente tanti giovani scendere in piazza, ricordo che a Udine avevamo fatto cortei con 5 e anche 10 mila studenti, ma la scarsa partecipazione alle assemblee locali del movimento studentesco dimostrò che la maggioranza lo faceva solo per scioperare da scuola, e non aveva la consapevolezza necessaria per portare avanti certe battaglie sociali con serietà e consistenza politica.
Nel giro di poco tempo la situazione degenerò quando arrivarono al suo interno rappresentanti di grosse associazioni ambientaliste – tra cui Greenpeace, WWF, Legambiente – e di partiti di regime come il PD e i Verdi o persone ad essi riconducibili. Tutto iniziò a ridursi all’immagine di Greta Thunberg, ed il livello del dibattito su certe tematiche iniziò a diventare molto scadente, portato avanti da giovani ragazzi senza esperienza nel campo e facilmente manipolabili. A seguito di ciò, dopo qualche mese, soprattutto quando al suo interno prese piede l’ideologia gender lgbtq+ e, con l’avvento dell’Operazione Covid, furono sposate pienamente tutte le politiche governative liberticide pseudo-sanitarie, presi le distanze dal movimento studentesco, insieme a tante altre persone nel giro di poco tempo, e successivamente FFF si spense come un fuoco di paglia, sparendo completamente dalla scena durante i tre anni di pseudo-pandemia, e tornando a farsi sentire fievolmente solo negli ultimi mesi in cui i media e la politica sono tornati a parlare di “siccità” ed “emergenza climatica”.
Queste campagne di terrorismo climatico sono orientate verso un pubblico mirato: gli studenti medi e liceali, perché fanno ancora meno domande e possono essere spaventati più facilmente. E soprattutto sono molto più facili da esporre a rischi come l’arresto e la violenza di stato, come hanno dimostrato negli Stati Uniti i ragazzini del Sunrise Movement e di Unicorn Riots. Difatti alle manifestazioni di allora partecipò anche un altro movimento internazionale chiamato XR-Extinction Rebellion, che in quello stesso periodo paralizzò Londra per intere settimane con azioni di disobbedienza civile di massa.
Di questo movimento mi incuriosì molto la loro strategia d’azione, basata esclusivamente su azioni pacifiche di disobbedienza civile che hanno l’obbiettivo di generare un alto numero di arresti tra i manifestanti, per ottenere grande clamore mediatico e spingere i governi a prendere in considerazione le loro richieste. Questo perché secondo il cofondatore del gruppo XR, il 53enne Roger Hallam, nella storia i risultati sono stati ottenuti quando il numero di arresti di gente pacifica è stato tale da toccare su larga scala la sensibilità dell’opinione pubblica, costringendo i governi a cedere alle richieste dei manifestanti. Secondo lui occorrono circa 1000 arresti di cittadini pacifici per ottenere dei risultati concreti, come afferma di aver riscontrato nella sua ricerca condotta durante il dottorato al King’s College di Londra, studiando le azioni dei principali movimenti per i diritti civili del Novecento.
Inoltre, XR ha un suo sistema di comunicazione interna decentralizzato e sicuro, che gli permette di organizzarsi in totale riservatezza, e addirittura una rete di finanziatori che permettono di pagare gli attivisti fino a 450 € a settimana. Stranamente i finanziamenti provengono dai soliti noti investitori e organizzazioni private, tra cui Greenpeace, Open Society di George Soros e la Guerrilla Foundation di Antonis Schwarz.
Ovviamente saputo ciò, presi immediatamente le distanze anche da loro, aggiunto al fatto che sul covid si allinearono completamente alla pseudoscienza sanitaria di regime come fecero anche quelli di Fridays For Future, con tanto di museruola al volto.
Sono proprio quelli di XR i promotori della campagna Ultima Generazione che organizza le iniziative di imbrattamento e di blocco stradale, come si vantano di fare anche sul loro sito.
In questo caso Falcone direbbe “Segui il denaro e troverai Soros”. Adesso spero che avrete più chiaro chi è l’eco-vandalo e chi lo manovra dietro le quinte. Giovani punturati con il siero genico con tanto di mascherina al gomito, assuefatti dalla paura della fine del mondo. Pedine inconsapevoli e utili agli oligarchi di Davos per imporre all’umanità l’agenda 2030.
Capirete bene che non serve una legge da discutere in parlamento per fermarli, basterebbe togliergli i riflettori di dosso, facendoli sprofondare nell’oblio mediatico, ma si intuisce che l’ordine è di dargli sempre più visibilità.
Mariella dice
Grazie Ugo Rossi !
Andrea dice
ABCDEF.. —> 123456..
Friday For Future —> F.F.F. —> 666
chiaro chi ci sta dietro no?
Ornella Bonetta dice
Bellissimo articolo rivelatore di precisi meccanismi.