Il sistema finanziario e bancario americano è di nuovo in crisi, una crisi che rischia di trasformarsi in una valanga mondiale che potrebbe affossare definitivamente la già zoppicante economia occidentale.
Dopo il fallimento e la chiusura della Silicon Valley Bank – la banca degli investimenti in start-up – avvenuta venerdì scorso, un’altra banca attiva negli investimenti “alternativi” è sull’orlo del fallimento: la Signature Bank di New York. Questa banca, a differenza della SVB, è stata molto attiva nel mercato delle criptovalute soprattutto nel periodo in cui questo mercato era particolarmente caldo – e anche sopravvalutato in termini finanziari – e ha incamerato presso i propri conti miliardi in criptovalute. Il fallimento della Signature è legato, da una parte al crollo del mercato della criptovalute; dall’altra parte è legato al panico generatosi dopo il fallimento della SVB. Infatti venerdì, dopo l’annuncio del fallimento della banca SVB, i correntisti si sono precipitati a prelevare tutte le loro somme depositate presso quell’istituto. Ovviamente nessuna banca, nemmeno i giganti della finanza, hanno nei loro depositi tutto il contante necessario per coprire il ritiro dei conti (poiché gran parte di quel denaro viene investito per far fruttare gli interessi dei clienti). A quel punto, le autorità federali – la FED, il dipartimento del tesoro americano e la Federal Deposit Insurance Corporation, hanno deciso di rilevare la banca e chiudere tutti gli sportelli.
Il panico ha investito, di riflesso, tutti i correntisti della Signatures che hanno richiesto di ritirare immediatamente tutte le somme depositate. Anche per questa banca era ed è impossibile tornare indietro tutto il denaro depositato e l’autorità regolatrice del sistema bancario di New York ha rilevato la banca, licenziato tutto il board della stessa e chiuso tutte le filiali. Le autorità federali assicurano che nessuno perderà i propri soldi, anche se le garanzie finanziarie federali e le assicurazioni private sottoscritte dagli istituti bancari coprono i depositi fino a 250 mila dollari; chi ha depositato di più rischia di perdere tutto. Il dibattito negli States è aperto, tra chi chiede un intervento aggressivo da parte della FED e delle autorità federali per evitare il tracollo del sistema finanziario e chi, invece, teme che come già avvenuto in passato, a coprire i buchi creati dagli alti papaveri della finanza siano i contribuenti, mentre i CEO non pagheranno un centesimo per le loro colpe.
Di sicuro rimane il fatto che ancora una volta la disinvoltura della finanza americana rischia di far tracollare – e questa volta per sempre – l’economia occidentale che mai come ora naviga in acque agitatissime. E a farne le spese saranno sempre i lavoratori.
Lascia un commento