L’anarchico 55enne Alfredo Cospito, condannato a seguito del processo per le bombe poste nella notte tra il 2 e 3 giugno 2006 davanti alla scuola allievi carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo, resterà per i prossimi 4 anni in regime di carcere duro. Lo ha deciso il Tribunale di sorveglianza di Roma, respingendo il reclamo presentato dalla difesa, rappresentata dall’avvocato Flavio Rossi Albertini. Cospito, inizialmente condannato a non meno di 15 anni, si è visto commutare dalla Cassazione, che ha cambiato il capo di imputazione da delitto contro la pubblica incolumità al ben più grave strage, volta ad attentare alla sicurezza dello Stato, la pena al carcere a vita. Cospito è da due mesi in sciopero della fame per protesta, protesta che si è estesa fuori dalle mura del carcere di Bancali, a Sassari, dove è recluso dal 5 maggio scorso, dopo aver già passato dieci anni in dietro le sbarre. Manifestazioni di protesta si sono tenute a Roma, a Bologna, davanti alla sede della banca Bnl a Cagliari e si sono estese anche all’estero. L’episodio più grave, se confermato, resta quello messo in atto dal gruppo anarchico greco “Nucleo di vendetta Carlo Giuliani”, che ha rivendicato l’incendio dell’auto il 2 dicembre scorso di Susanna Schlein, viceambasciatrice italiana ad Atene e sorella di Elly, candidata alla segreteria del Pd. Senza volere entrare nel merito del processo, una domanda nasce spontanea. Se un cittadino normale può vedersi condannare al carcere duro a vita, per un attentato in cui non ci sono stati morti o feriti, a cosa dovrebbero essere condannati, in un mondo meno schizofrenico dell’attuale, i nostri amati politici che, con le loro scelte e condotte scellerate, hanno seminato corruzione, morte e distruzione ovunque. Quanti attentati alla sicurezza dello Stato sono stati perpetrati nel corso della storia repubblicana italiana, proprio dai vertici di quello stesso Stato che avrebbero dovuto tutelare.
Ma Cospito resta al 41bis e lo Stato è al sicuro!
AD
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