Mentre Cospito è sepolto vivo, Palazzo Chigi si straccia le vesti per gli attacchi “presumibilmente” provenienti da ambienti anarchici ad Atene, Berlino, Barcellona, Torino, fino a Roma dove stanotte una molotov ha colpito il distretto di polizia Prenestino della Capitale.
Episodi, questi, che all’improvviso hanno convinto lo Stato italiano della presenza massiccia nel territorio di nuclei anarchici con potenzialità terroristiche, che fanno rete all’interno di un movimento internazionale. Da qui il legame certissimo tra gli attacchi e le proteste in solidarietà a Cospito.
Agli attentati lo Stato risponde con il pugno più duro di cui è capace che “non scende a patti con chi minaccia”.
L’impavida presidenza del Consiglio fa sapere che le istituzioni non si faranno intimidire, “tanto meno se l’obiettivo è quello di far allentare il regime detentivo più duro per i responsabili di atti terroristici”.
Peccato che il 41 bis, nella sua fondazione giuridica, non avesse una ratio punitiva ma preventiva, e che neanche per Piazza Fontana o Capaci un reato sia passato da strage comune a politica.
L’avvocato difensore Rossi Albertini ha voluto ricordare al governo che “qui non si discute se cedere alle pressioni, ma se ricorrono le condizioni per sottoporre e mantenere Cospito al 41 bis” – e potremmo aggiungere che Alfredo è un sovversivo, non un boss di mafia.
Aggiunge, poi, che “non è una questione di muscoli ma di diritto, di interpretazione estensiva di una norma eccezionale. Il 41bis dovrebbe essere applicato nei casi tassativi previsti dalla legge, è una norma di stretta interpretazione. Per Cospito è stato ampliato, dilatato il perimetro applicativo e dopo 102 giorni di sciopero della fame è ancora in attesa della decisione del Ministro”.
Se da un lato istituzioni e media stanno umanizzando Messina Denaro, tra l’avere a cuore le condizioni cliniche, le calamite dei cartoni animati e il viagra, dall’altro sta plasmando la categoria tutta nuova della “violenza anarchica”, proprio mentre il dibattito sul 41 bis si accende.
E rende ben chiara una cosa: la loro strategia punitiva è ormai estesa a chiunque pratichi conflitto sociale.
Intanto Cospito peggiora. Ha appena lasciato il carcere Bancali di Sassari per quello di Milano Opera, spostamento stabilito dai medici della Asl di Sassari per ragioni esclusivamente mediche.
EQ
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