Noi vorremmo anche risparmiarvi certe letture, ma per le corde che tocca – e quelle che insabbia – è difficile ignorare un Donzelli “a tutto fuoco” che mette in scena una invettiva tragicomica contro i terroristi in genere, i mafiosi e il Pd tutto, reo di avere tra le proprie fila quattro parlamentari che liscerebbero il pelo agli uni e agli altri per il solo fatto di aver visitato Cospito in carcere – in linea con un garantismo ipocrita di cui la sola sinistra è capace.
Ma la polemica scatenata dal Donzelli sta in realtà oscurando ciò che dovrebbe davvero fare notizia: l’esistenza di un dossier del Dap che allude ad una stretta di mano tra Cospito e un paio di boss, o quantomeno a una strumentalizzazione della criminalità organizzata della sua protesta contro il 41 bis.
Ancor prima che Donzelli intervenisse alla Camera, un magistrato della procura nazionale antimafia aveva parlato in tv di un presunto asse mafia-anarchia.
Il dossier preconfezionato del Dap è il prodotto di un’operazione molto chiara: vengono fatte circolare informazioni di dubbia veridicità attraverso la stampa e poi date in pasto a qualche politico.
Farebbe sorridere, se non facesse riflettere, il fatto che si chieda conto ad Alfredo Cospito del passeggio con altro detenuto, appositamente selezionato dalla amministrazione penitenziaria, viste le condizioni di totale deprivazione cui sono notoriamente costretti i detenuti del 41 bis.
Parlare di “incontro” tra i soggetti è già di per sé un linguaggio improprio. Rinchiuderli all’interno di uno spazio di pochi metri quadrati, monitorare l’inevitabile scambio umano che si produce in tale situazione di costrizione tra due esseri umani per poi spacciare per una riunione “organizzativa” una situazione costrittiva che vede i due soggetti conversare è un’offesa all’intelligenza di chiunque osservi al di fuori delle aule parlamentari, perché è evidente che all’interno non ve ne sia nemmeno l’ombra.
La domanda sorge spontanea: ma il 41 bis non è stato concepito per interrompere qualsivoglia contatto? come mai Cospito è stato messo in condizione di incontrare un mafioso?
Nessun detenuto ha la facoltà di decidere chi incontrare durante l’ora d’aria.
Ne deriva dunque che sono stati i vertici dell’amministrazione penitenziaria a favorire questo incontro, il che porta a dubitare sull’occasionalità del fatto.
Ad ogni modo, il vero danno è che le corbellerie di Donzelli contribuiscono ad oscurare il dibattito nascente e crescente attorno al carcere duro, alla sua inumanità e al suo apertissimo contrasto con la Costituzione.
EQ
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