L’Unione Europea prova a fare la voce grossa contro la Cina sulla questione dell’isola di Taiwan. Il capo della diplomazia europea, Josep Borrell, intervistato da una rivista francese e dal quotidiano Journal du Dimanche, ha espressamente chiesto alle navi militari dei paesi membri dell’UE di pattugliare il tratto di mare che separa la Cina da Taiwan perché “ Taiwan ci riguarda economicamente, commercialmente e tecnologicamente”, ha detto Borrell. “Ecco perché invito le marine europee a pattugliare lo stretto di Taiwan per dimostrare l’impegno dell’Europa per la libertà di navigazione in quest’area assolutamente cruciale”. E in un discorso all’europarlamento, Borrell ha sottolineato che “non è solo per una ragione morale che un’azione contro Taiwan deve necessariamente essere respinta. È anche perché sarebbe, in termini economici, estremamente grave per noi, perché Taiwan ha un ruolo strategico nella produzione dei semiconduttori più avanzati,” di cui l’Europa ha estremo bisogno; un’ammissione implicita del fatto che si tratta, dunque, di una difesa degli interessi economici europei e non della difesa di un popolo né di idealismo. Taiwan, dice Borrell, è dentro il perimetro geopolitico europeo.
La dichiarazione di Borrell arriva dopo la visita in Cina di Macron di due settimane fa e che contrasta le dichiarazioni di Macron che, durante la conferenza stampa congiunta con Xi Jinping, aveva dichiarato che l’Europa “non deve appiattirsi né sul ritmo americano, né sulla reazione della Cina”, auspicando in tal modo una posizione europea terza ed imparziale rispetto alla questione taiwanese. Il capo della diplomazia europea, inoltre, ha trovato sponda nel ministro degli esteri tedesco Baerbock che, volata in Cina, ha ribadito la volontà tedesca ed europea di sostenere Taiwan, soprattutto dinanzi alle provocazioni cinesi mascherate da esercitazioni militari. Per la Baerbock, come per Borrell, una guerra contro Taiwan sarebbe una catastrofe economica per tutti. Le parole di Borrell e della Baerbock sono state apprezzate anche dal presidente della Corea del Sud, Yoon Suk-yeol che, intervistato da Reuters ha espresso tutto il suo sostegno a Taiwan, ribadendo la vicinanza di interessi con USA, Giappone e Taiwan e, infine ha paragonato la situazione dell’isola alla Corea del Nord: “i rapporti con la Corea del Nord non sono soltanto un problema per Seoul, ma sono un problema per il mondo intero. Lo stesso vale per Taiwan”.
Il tentativo di accerchiare la Cina continua senza sosta facendo innalzare sempre di più il rischio di uno scontro armato fra Pechino e i suoi vicini vassalli degli USA.
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