Una delegazione del reggimento Azov ucraino ha visitato Israele nei giorni scorsi, incontrando funzionari e riservisti dell’IDF (Israel Defense Forces, l’esercito israeliano). La delegazione è arrivata in Israele giovedì ed era guidata dall’ufficiale Azov Ilya Samoilenko, uno dei soldati che si sono barricati sotto l’acciaieria Azovstal di Mariupol all’inizio di quest’anno. Insieme a lui nel guidare la delegazione c’era Yuliya Fedosyuk, vice capo dell’Associazione delle famiglie dei difensori di Azovstal. All’indomani della formazione del governo israeliano, a chiara trazione sionista e antiaraba, non sorprende questa visita e gli incontri con delegati e funzionari dell’esercito israeliano. Nonostante il timido tentativo di prendere le distanze dal famigerato battaglione Azov, di chiara matrice nazista, tuttavia reminiscenze di estrema destra e simboli che richiamano a quell’ideologia sono ancora presenti nell’ossatura del reggimento. Questi contatti e queste legittimazioni di fatto di gruppi neonazisti da parte degli amici dell’Ucraina, sono un chiaro segnale di come la pacificazione dei conflitti, in Palestina come in Ucraina, non è nell’agenda di questi governi che, al contrario, remano nella direzione opposta.
Ma no, il nazismo è un’altra cosa… chissà!?
AD
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