Negli Stati Uniti la situazione finanziaria ed economica non è assolutamente delle migliori. La crisi finanziaria che sta abbattendo una dopo l’altra le banche americane, sta interessando anche i giganti del web. Dopo i licenziamenti alla fine dello scorso anno annunciati da Twitter e Meta (casa madre di Facebook) e Google, e gli ulteriori licenziamenti annunciati per marzo ed aprile dalle stesse compagnie, un altro gigante big-tech, Amazon, ha annunciato un nuovo giro di vite che porterà al licenziamento di più di 9 mila dipendenti già dal prossimo mese.
Ad annunciare questa decisione è il Ceo di Amazon Andy Jassy il quale, già lo scorso novembre aveva avvisato – quasi fosse una minaccia, più che un avviso – i lavoratori che nel 2023 ci sarebbero stati ulteriori licenziamenti. La dirigenza di Amazon ha infatti già licenziato lo scorso anno più di 18 mila dipendenti. Questa ondata di licenziamenti, che si traduce in una vera e propria macelleria sociale, viene ascritta – secondo il Ceo di Amazon – alla situazione economico-finanziaria, con la crisi economica e quella bancaria che preoccupano i giganti del web. E in effetti, i titoli azionari Amazon – come anche quelli di Twitter e Meta – hanno goduto fino allo scorso anno dei benefici delle politiche monetarie della Fed che emetteva denaro a tassi praticamente negativi; da quando la Federal Reserve ha aumentato i tassi per combattere l’inflazione, sia le banche sia le imprese del settore hi-tech hanno subito drastici crolli in borsa; a questo si aggiunga che Amazon, come fatto da Meta e Twitter, durante la pseudo-pandemia hanno aumentato il numero di dipendenti con grandi assunzioni, necessarie per coprire l’aumento di lavoro, traffico dati e di vendite online. A fare da eco ai licenziamenti di Amazon ci ha pensato il Ceo di Twitch – facente parte del gruppo Amazon – Dan Clancy che in una lettera ai propri dipendenti annuncia circa 900 licenziamenti. “Oggi ho condiviso con i dipendenti di Twitch” scrive sul suo blog di Twitch “che abbiamo preso la difficile decisione di ridurre le dimensioni della nostra forza lavoro, il che ci porta a dover dire addio a poco più di 400 persone. Essendo un’azienda focalizzata sulla costruzione di una comunità insieme, questa decisione è stata incredibilmente difficile e non l’abbiamo presa senza una riflessione approfondita”.
In poche parole, il sistema bancario e le società del web stanno operando di pari passo; drogate per quasi un decennio dal denaro stampato dalla Fed a tassi negativi, oggi si ritrovano a dover fronteggiare una crisi di liquidità che non si aspettavano. E se le banche, fallendo, possono rifarsi anche sui conti dei clienti – e i salvataggi coi soldi dei contribuenti – i giganti del tech preferiscono licenziare 20-30 mila dipendenti in un colpo solo consapevoli che il livello di automazione che hanno raggiunto gli permetterà di mantenere alto il livello dei servizi offerti. Più che una necessità dettata da contingenze economiche, i licenziamenti di Amazon sembrano dettati dalla totale assenza di bisogno di capitale umano, avendo via via delegato tutto alla automazione.
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