Libero Comitato di Protesta “Napoli Non Si Piega” – Seduta Plenaria
No Global Napoli
Giovedì 15 febbraio a Roma il Comitato Agricoltori Traditi di Danilo Calvani ha indetto la grande manifestazione degli agricoltori liberi. L’intenzione è quella di creare un presidio a oltranza, e perché questo avvenga c’è bisogno di una grande partecipazione a livello nazionale. Come di consueto in Italia ogni volta che una protesta ha le potenzialità di danneggiare seriamente i piani dei tecnocrati globalisti, il carrozzone mediatico ha già scagliato i suoi primi dardi per depistare, boicottare, far deflagrare dall’interno la legittima protesta degli agricoltori.
Ci sono state fornite ampie rassicurazione dal C.R.A., nella persona di Danilo Calvani, il quale ha assicurato che nessun partito, sindacato o movimento politico è coinvolto nell’organizzazione delle proteste.
Pertanto, il punto:
– LA PROTESTA DEGLI AGRICOLTORI RIGUARDA TUTTI I LIBERI MOVIMENTI ED I LIBERI CITTADINI: la cancellazione della sovranità del settore primario è un tassello fondamentale per l’instaurazione del Nuovo Ordine Economico Mondiale, ed è per questo indispensabile la partecipazione compatti di ogni libero cittadino, perché chi è contro la dittatura sanitaria, l’identità digitale, l’abolizione del contante, combatte la stessa battaglia degli agricoltori.
– SE MUORE L’AGRICOLTURA MUORE TUTTA L’ECONOMIA NAZIONALE: se i trattori verranno sconfitti, le multinazionali si approprieranno della nostra produzione alimentare, i prezzi dei beni di prima necessità saliranno alle stelle e non avremo alcun mezzo per controllarli. L’agricoltura libera è l’ultimo muro che ci separa dalla schiavitù totale alla tecnocrazia del capitale.
– BISOGNA PROTEGGERE LA BATTAGLIA LEGITTIMA DEGLI AGRICOLTORI DA ATTACCHI, DEPISTAGGI E STRUMENTALIZZAZIONI DEL GOVERNO E I MEDIA SCIACALLI: il governo Meloni ha già allestito il teatrino col fine, da un lato, di delegittimare le proteste reali – rispolverando lo zelante funzionario pubblico Giuliano Castellino, da molti ritenuto vicino a servizi deviati e digos; dall’altro, fare propaganda in vista delle prossime europee – per il tramite della repentina creazione del movimento fittizio “Riscatto Agricolo” che ha sfilato ieri notte con il ministro della sovranità tricologica Lollobrigida, mentre i media ponevano il C.R.A. di Calvani in sordina.
È perciò fondamentale che tutti i liberi cittadini supportino coesi il libero comparto agricolo italiano, prendendo le distanze da chiunque provi a delegittimarli, od a sfruttarne le sofferenze per i proprio scopi elettorali e/o di propaganda.
Ci appelliamo altresì al buonsenso di chi appoggia per proprio tornaconto la battaglia agricola a farsi da parte poiché le logica ‘particolare’ divide e non unisce, ingenerando un sentimento che non aiuta il comparto della terra a conseguire i suoi risultati, che sono anche i nostri.
Con gli agricoltori liberi, fino alla vittoria.
[Segue il Report di Avanti.it della seduta plenaria del Libero Comitato di Protesta “Napoli Non Si Piega” tenutasi a Napoli il 10/02/2024]
Perché gli agricoltori stanno lottando per tutti
Oggi più che mai è necessaria l’unione al movimento degli agricoltori di tutte le compagini contrarie al potere globalista. È chiaro infatti che l’annientamento della produzione locale voluto dalle politiche agricide varate dal governo e da varie regioni obbedisce a precisi scopi. A breve termine, l’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità, con il conseguente impoverimento progressivo dei cittadini. A lungo termine, scippare agli stati il controllo dell’approvvigionamento alimentare, rendendoli di fatto dipendenti dalla catena di approvvigionamento gestita dalle multinazionali. La distruzione delle agricolture nazionali, che sta avvenendo di pari passo in tutta Europa, è quindi una parte significativa del piano più grande di cancellazione delle democrazie nazionali e instaurazione di una governance tecnocratica sovrastatale. Il cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale, in cui saranno i grandi capitalisti a tenere i rubinetti della sussistenza alimentare, della salute, degli scambi economici. L’agricidio su scala europea è un passo necessario da compiere, per il definitivo distacco dal contatto con la terra dei popoli che, resi incapaci di provvedere alle elementari basi della propria sussistenza, non potranno più vivere distaccati dalla catena di approvvigionamento globalista.
Pertanto, scendere in piazza con gli agricoltori è un dovere di tutti: noi che siamo contro la dittatura sanitaria, contro l’identità digitale, l’abolizione del contante, dobbiamo essere consapevoli che la protesta degli agricoltori ci riguarda in prima persona. Ed è nostro dovere scendere in piazza con loro.
Il punto geoeconomico
Espropriare la sovranità nazionale sul settore primario significa darlo in pasto alle multinazionali anglosioniste. La lotta degli agricoltori va infatti esattamente nella direzione opposta rispetto alle voci fatte circolare dagli ambienti genuflessi alle logiche di sistema ed agli interessi delle spietate multinazionali dei veleni fitosanitari.
Le folli imposizioni della UE perpetrate sul comparto agricolo locale, comportano infatti la riduzione della produzione agricola delle terre nostrane, a tutto vantaggio delle multinazionali di settore che, grazie ad accordi bilaterali privilegiati, importano a prezzi bassissimi prodotti
agricoli da zone extra UE dove l’uso dei veleni fitosanitari è di gran lunga superiore a quello che se ne fa nel nostro paese.
Tale dinamica, sottesa alla logica domanda/offerta, imprime una spinta che determina un notevole aumento della produzione agricola proprio in quei paesi in cui si fa più largo utilizzo dei veleni delle multinazionali fitosanitarie e che, per grossa parte, sono addirittura vietati da anni nell’area della comunità Europea.
Chi ci guadagna sono sempre le multinazionali. I grandi player dell’importazione agroalimentare che comprano all’estero prodotti insalubri ad 1 e li rivendono in Europa a 100, insieme con le multinazionali della chimica che vedono ridurre la produzione nei territori in cui si fa un uso
molto limitato dei loro veleni in favore di un aumento della produzione agricola nei paesi in cui, a causa della totale assenza di specifiche norme, l’impiego dei loro veleni è larghissimo.
Quanto sta accadendo mette in pericolo la salute pubblica, l’alta qualità delle piccole imprese locali, la tipicità delle produzioni nostrane e più in generale mina alla base la sopravvivenza del nostro comparto agricolo che va, a qualsiasi costo, salvaguardato.
Castelli(no) in aria e sabotaggio di stato
Ieri, 9 febbraio, Amadeus ha letto un risibile comunicato di quaranta secondi a Sanremo, senza indicare sigle né nulla. Può averlo scritto sua nonna, o lui stesso cinque minuti prima di leggerlo. E mentre gli italiani erano davanti alla tivvù a sciropparselo, il ministro Lollobrigida si è unito alla “protesta” della sigla filo-governativa Riscatto Agricolo – i cui esponenti sono molto vicini, quando non iscritti, a Fratelli d’Italia – e ha fatto, in piena notte e con il grande raccordo anulare vuoto, una sfilata di trattori su tutto l’anello che circonda la capitale. Come volevasi dimostrare, il vuoto cosmico telecomandato dall’alto.
Il governo ha, invece, optato per il boicottaggio dell’unico reale dissenso agricolo, quello che non appoggia partiti politici né sindacati.
Lo ha fatto con la sempreverde strategia del melting pot, quel mescolare per diluire, praticato con neppure troppa sapienza attraverso la costituzione repentina del fronte filo-governativo ‘Riscatto Agricolo’, finalizzato a prendersi la scena (come un certo Puzzer, lo ricordate?) e a soppiantare gli agricoltori liberi i quali, criticando l’esecutivo per la sua incompetenza consapevole e controllata dalla dittatura globalista dell’UE, rischiavano di arrecare troppi danni a una campagna elettorale in vista delle europee già ampiamente nella fase del suo più intenso svolgimento.
Il ministro della sovranità ferroviaria e tricologica, Lollobrigida, ha dunque incontrato i suoi stessi iscritti al partito celati dietro la Sigla di ‘Riscatto Agricolo’, i sindacati amici mai in protesta contro il sistema quali Coldiretti & Co e ha inviato il proprio comunicato stampa ad Amadeus per la lettura dal palco di Sanremo.
Gli agricoltori liberi, da cui abbiamo ricevuto rassicurazioni, nella figura del portavoce Danilo Calvani e da altri esponenti della protesta, esprimono la volontà di continuare la lotta per smascherare il boicottaggio del governo e non intendono piegarsi a logiche elettoralistiche né di sciacallaggio. È in corso, infatti, il solito meschino tentativo da parte di macro e micro partiti, macro e micro sindacati, macro e micro movimenti di intestarsi o cavalcare l’onda delle proteste agricole con il fine di ottenerne un risultato propagandistico.
Nel caso in cui, invece, la protesta autentica, quella di Danilo Calvani, dovesse avere successo, hanno già pronto Giuliano Castellino, ligio funzionario di governo, uno dei loro assi nella manica (anche se molto spesso si è rivelato un due di picche). Già annunciatosi a furor di telecamere come il capo della compagine non governativa della protesta, la piccola peste più amata dalla Digos prepara già qualche nuova marachella per delegittimare la protesta.
È perciò fondamentale che tutti i liberi cittadini supportino compatti il libero comparto agricolo italiano, prendendo le distanze da chiunque provi a delegittimarli, o a sfruttarne le sofferenze per i proprio scopi elettorali e/o di propaganda.
Ci appelliamo altresì al buonsenso di chi appoggia per proprio tornaconto la battaglia agricola a farsi da parte poiché le logica ‘particolare’ divide e non unisce, ingenerando un sentimento che non aiuta il comparto della terra a conseguire i suoi risultati, che sono anche i nostri.
Con gli agricoltori liberi, fino alla vittoria.
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